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kUMBH MELA 3 - Il posto giunto per abbandonare la nonna

Allahabad, 13 febbraio 2013
Dall'altoparlante trasmettono continuamente appelli per gente disperse. C'e' una ngo che dal 1954 si occupa delle persone che si perdono al Kumbh Mela. E' stata oggetto di diversi articoli sui giornali. Cerco il posto, girando un'oretta, che e' uno dei tanti recinti con la scritta in hindi e aperto 24 su 24. Incontro il responsabile e poi due ragazze che fanno volontariato. Mi siedo con loro al tavolo all'ingresso.
   Dal 14 gennaio, inizio del raduno, sono giunte circa 100 mila segnalazioni. Mi sembra inverosimile. In effetti nei 15 minuti che sto li ne arriva piu' o meno una al minuto. E sono nella sezione ''donne disperse''. Gli uomini sono a fianco. E' stato portato anche un bambino di sei anni, che dopo un po' e' scoppiato in lacrime in braccio a una delle volontarie. Per fortuna dopo mezzora grazie agli annunci e' arrivato uno zio a prenderselo. L'ong offre da dormire e da mangiare ai ''dispersi''. La maggior parte sono anziane donne della campagna senza telefonino. ''Capita a volte che i familiari le abbandonino qui perche' questo e' un luogo sacro. Allora dopo un po' di giorni le mettiamo su un treno e le mandiamo a casa'' mi dice una ragazza che abita a Lucknow e che era venuta qui per la prima volta come pellegrina con la famiglia e poi ha deciso di impegnarsi nell'ong.

KUMBH MELA 1 - Stazione di Allahabad, tragedia annunciata

Allahabad, 11 febbraio

Sono arrivata alla stazione di Allahabad un paio di ore prima che succedesse la ressa dove sono morte 36 persone. Che la situazione era sfuggita al controllo era chiaro. Quando il treno e' arrivato non c'era fisicamente lo spazio per scendere. Mi sono fatta largo a spintoni sul binario fendendo la folla che prendeva d'assalto il convoglio da cui ero scesa. A un certo punto ho sollevato un'anziano sadhu che era caduto. Sembra impossibile, ma in situazioni come queste di calca estrema non ci si puo' fermare. Si e' costretti ad andare avanti per stare in piedi. Ce la fa chi e' piu' alto e piu' forte.
Per due volte ho tentato di salire le scale della passerella da cui scendeva la fiumana. Il pericolo maggiore erano le persone sedute o sdraiate per terra che impedivano il passaggio. Altra mina vagante, la colonna di  ''coolie'', i facchini, con enormi carichi sulla testa, che avanzavano come une falange romana.
Dopo mezzora ero fuori dall'inferno, ma mi sono trovata un altro muro di umanita' da scavalcare. I poliziotti stavano cercando di fermare invano la marea, ma era evidente che avevano gettato la spugna.

Una tragedia annunciata insomma. E' bastato che uno cadesse dalla passerella per causare la sciagura. Come e' possibile che si muoia calpestati? Deve essere una fine orribile. E' una cosa abbastanza frequente in India. Anzi il bilancio della ressa e' stato contenuto se si considera i milioni di pellegrini arrivati ieri per il giorno piu' sacro.
Nel solito scaricabarile, gli organizzatori denunciano l'operato delle Ferrovie, le quali invece accusano quelli del Kumbh Mela per non aver ritardato le partenze dei fedeli e chiuso le strade di accesso alla stazione.  Come sempre non si sapra' mai che e' successo. Certo il sovraffollamento, fenomeno frequente in India, e' il principale responsabile. Intanto mi chiedo con sorpresa come raduni religiosi del genere abbiano ancora mantenuto intatto il loro potere di richiamo, anzi lo hanno moltiplicato, anche oggi nell'era digitale quando tutto il mondo (ma solo quello terreno) e' a portata di mouse.