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Palolem, hanno messo i bagnini!


Sono stata per una minivacanza a Palolem, nel sud di Goa, l’ex colonia portoghese e paradiso tropicale, che per fortuna rimane tale nonostante l’invasione di un turismo di massa, molto diverso da quello dei ‘’figli dei fiori’’ che ha scoperto queste spiagge. Ammetto che le autorita’ locali sono state brave ad arginare la cementificazione edilizia e il conseguente scempio ambientale. Insomma poteva essere molto peggio. Quando sono venuta per la prima volta sette anni fa era molto piu’ ‘’selvaggio’’ e c’era un turismo saccopelista, in maggioranza ragazzi israeliani. Adesso sta diventano un posto di lusso con prezzi occidentale, ma sono riusciti a evitare gli eccessi. Per esempio, ho notato che hanno vietato ai ristoranti e negozi di ‘’avanzare'' sul litorale e che sono tornare le barche dei pescatori.

In assoluta esclusiva, ecco un compendio di news da Palolem e dintorni:

- Gosh, il guru olandese e guaritore che vive tra le rocce sull’estremita’ della spiaggia ha introdotto quest’anno un nuovo prodotto assolutamente ecologico: la menstrual cup (http://en.wikipedia.org/wiki/Menstrual_cup) . Permette di risparmiare migliaia di assorbenti e tampone che una donna usa nella sua vita, ho letto su una pubblicita’ di fronte al suo antro a cui ero arrivata a nuoto. Vero, non si finisce mai di imparare. Complimenti

- Il ristorante Magic Italy e’ passato di mano dopo tanti anni, ma per fortuna la pizza e’ rimasta ugualmente imbattibile, una delle migliori che abbia trovato in India. Al posto della energica Claudia, ai fornelli c’e’ una altrettanto energica cuoca, Patrizia, stesso stile, solo in formato mignon. Adesso il Magic Italy e’ aperto anche a pranzo.

- Baywatch. Queste e’ una svolta epocale. Hanno messo I bagnini! In stile Baywatch siedono su delle torrette con la ciambella di salvataggio pronta intorno ai fianchi e le bandiere rosse che issano – non ho capito perche’ - anche dove l’acqua ti arriva alle caviglie. In piu’ fanno la ronda con una jeep sul bagnasciuga, cosa che mi ha irritato non poco. Anche in spiaggia mi devo sorbire il diesel! E’ curioso perche’ ignorano completamente gli stranieri, mentre sorvegliano solo gli indiani. Tra l’altro, poi al largo, a mezzora di nuoto, c’e’ anche un super motoscafo con la scritta Life Guard. I pescatori, quelli che portano in giro la gente a vedere i delfini, mi hanno detto che non funzionava piu’ da un mese. E’ diventato la mia piattaforma prendi sole nel pomeriggio.

- Lupo solitario. Al largo, al riparo dell’isolotto (Monkey Island) chef a da cornice alla spiaggia, era all’ancora una barchetta a vela, un 6-8 metri, un po’ malridotta. A nuoto sono andata ad attaccare bottone con il velista, un olandese di mezza eta’ che l’aveva portata dalle Maldive e che poi l’aveva lasciata parcheggiata a Goa una decina di mesi mentre lui ‘’lavorava’’ in Europa. ‘’Da oggi sono nuovo in vacanza’’ mi ha detto mentre con un kayak andava a terra a rifornirsi d’acqua.

- Galgibaga (spiaggia protetta a una decina di chilometri a sud di Palolem dove nidificano le mini testuggini Olive Ridley Sea Turtles (.http://en.wikipedia.org/wiki/Olive_Ridley_Turtle) . C’erano solo due nidi, numero cinque e numero sei, sulla spiaggia, di uova deposte tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio. Quindi deduco che quest’anno solo sei mamme tartarughe hanno scelto Galgibaga. Un po’ pochine. Sara’ forse per i bagnini che anche sono arrivati qui con le loro bandiere rosse?

Galgibaga, primi nati tra le Olive Ridley Turtles!


Fiocco azzurro (o rosa?) per le testuggini di Galgibaga, piccola spiaggia a sud di Goa, riserva naturale protetta per le Olive Ridley Turtles, la piú piccola specie di testuggine, purtroppo oggi in via di estinzione. Dopo la mezzanotte del 5 gennaio circa 60 uova sepolte sotto la sabbia si sono schiuse e i piccoli di circa 15 centimentri di lunghezza, hanno raggiunto subito il mare grazie al loro istinto naturale. All'evento hanno assistito una trentina di persone tra cui i guardiani che per due mesi hanno sorvegliato giorno e notte il nido (attualmente ci sono una mezza dozzina di nidi). Non tutte le uova deposte nella sabbia si sono schiuse. Sono rimaste 16 "ritardatarie" che hanno rotto il guscio solo dopo un giorno di "incubatrice". Le tartarughine sono state messe prima in una vasca e poi accompagnate in mare. Ma probabilmente erano un po' disorientate e c'é voluto un po' di tempo prima che capissero quale direzione prendere. Una forte onda le ha travolte e sono sparite. Chissá quante di loro saranno sopravissute all'oceano (e alle reti dei pescatori) e tra un anno ritorneranno su quella stessa spiaggia a nidificare.

Le capanne di Carlito e le testuggini di Galgibaga

Sono stata negli ultimi dieci giorni a zonzo tra le spiagge di Goa, ex colonia portoghese, ex ritrovo degli hippies e purtroppo ex paradiso naturalistico. Oddio, non tutto è andato perduto. L’impronta portoghese è ancora evidente nelle chiese immacolate, negli stretti tailleur delle signore e nell’atmosfera un po’ retrò che penso neppure a Lisbona si trovi più. Non è raro trovare anche qualche goano nostalgico che afferma che si stava meglio quando si stava peggio, ovvero sotto il Portogallo che ha perso le sue colonie indiane solo nel 1961. Sono rimasti anche i figli dei fiori tra Anjuna e Vagator con il corollario di chilum, falò sulla spiaggia e i racconti sciamanici di Castaneda. E, per fortuna, la spazzatura non ha completamente ricoperto spiagge e fiumi. C’è ancora qualche angolo tropicale incontaminato.
Goa rimane il posto di mare più bello dell’India e devo ammettere che sta resistendo bene anche all’onda d’urto del boom economico. Forse per poco, dicono alcuni, che temono la cementificazione delle coste e l’arrivo del turismo di massa. Si narra che la mafia russa abbia comprato intere baie per riciclare il denaro sporco. Si narra anche che i tour operators e le grandi catene alberghiere vogliano aprire mega resorts con campi da golf e piscine stile caraibico. Per ora non è avvenuto nulla di tutto ciò. L’ultimo cinque stelle è l’Intercontinental Hotel, aperto 4 o 5 anni fa e che occupa un intero litorale. Più a sud del complesso, dopo il villaggio di pescatori di Talpona, c’è Galgibaga, o Turtle Beach, così chiamata perché è una delle spiagge dove nidificano le testuggini Olive Ridley, che sono in via di estinzione. Da novembre a marzo queste testuggini giganti nottetempo depongono dalle 40 alle 50 uova in buche che scavano sulla spiaggia. Sono piccole come quelle delle galline, ma più gelatinose. I nidi sono poi recintati e sorvegliati da alcuni guardiani pagati dalla municipalità e qualche volta anche da volontari del WWF. Mentre l’anno scorso c’erano 18 nidi, quest’anno ce ne sono solo tre. L’ultima testuggine è arrivata il 26 febbraio. Perché? Azzardo una spiegazione. Approfittando dell’arrivo di nuovi turisti, in “fuga” dalle ormai troppo affollate spiagge di Palolem e di Agonda, alcuni pescatori hanno costruito delle capanne di bambù, dei “coco-hut” come vengono chiamate, nella pineta davanti al litorale. Anche se molto discrete, sono aumentate le presenze sulla spiaggia “protetta. Con un po’ di senso di colpa anch’io ho passato un paio di giorni da Carlito, un simpatico ometto, che abita davanti al mare e che gestisce un piccolo ristorante. Di fianco a casa sua ha costruito un paio di capanne che affittava a 300-400 rupie. Quando sono tornata a trovarlo, una settimana fa, Carlito stava smontando i suoi coco-huts. Le autorità locali, il “panchayat”, gli aveva revocato l’autorizzazione stagionale. Lui dice che un nuovo componente del consiglio di villaggio, appartenente al partito Bjp (la destra indiana) si era opposto a questo nuovo "business alberghiero". “Non capisco – mi ha detto Carlito che ha già presentato ricorso – perché noi di Galgibaga non possiamo avere huts mentre quelli di Morjin o di Agonda hanno i permessi. Anche quelle sono spiagge dove nidificano le tartarughe”. Mi dispiace per Carlito, che ha perso una fonte di reddito, ma per Goa e per le testuggini forse è meglio così. Ed è anche la dimostrazione che in India, tutto sommato, funziona un sistema di regole e di controlli. Goa non diventerà la Thailandia, almeno per ora.