Smog a Delhi? E' colpa dei contadini che bruciano le stoppie

Cosa non si fa pur di non ammettere che New Delhi sta soffocando nel traffico. La ''chief minister'' Sheila Dikshit, una simpatica signora amica di Sonia Gandhi che da anni ormai governa una metropoli di quasi 20 milioni di abitanti, se ne e' uscita dicendo che lo smog che da una settimana avvolge New Delhi non e' prodotto dai gas di scarico, ma dai contadini che bruciano le stoppie nei campi. Boh, sara'. Certo che per vedere un contadino a Delhi bisogna fare almeno 50 chilometri o forse piu'.  La signora Dikshit e' convinta addirittura che ci sia un'intenzione deleteria da parte di Uttar Pradesh e Punjab, governati dall'Opposizione, di soffocare i cittadini della capitale.
Potrei anche crederlo se la citta' non fosse da mattina a sera un immenso ingorgo che  scarica chissa' quante tonnellate di veleni nell'aria.  Certo poi ci sono anche i cantieri interminabili che sollevano la polvere e purtroppo anche la completa assenza di venti che tiene la foschia a terra. Fatto sta che l'aria e' ammorbata, perfino la Corte Suprema si e' preoccupata (invece di pensare ai maro'!) .
Dalle centraline (ma dove sono?) risulta che non ci sono livelli allarmanti tali da essere nocivi sulla salute. Pero' nessuno sa quali sono questi livelli.
E' ovvio che, con mille immatricolazioni al giorno, e un aumento dei veicoli a diesel, l'aria e' inquinata. Certo, ci sono bus, taxi e tuc tuc a metano (grazie a Dio) ormai da anni, ma anche il metano quando brucia non e' certo brezza di  montagna. E meno male che un milione di persone ogni giorno prendono la metro.  Insomma, invece di limitare il traffico in qualche modo (aree pedonali o divieto di circolazione per i diesel) si preferisce dare la colpa ai poveri contadini...