Gli elefanti di pietra di Mayawati, tutto il mondo e' Paese

''Tutto il mondo e' Paese'' come dove il vecchio adagio. E qui in India mi sembra ogni tanto di vedere dei deja-vu come in certe citta' del Piemonte che quando saliva al potere la DC si asfaltavano le strade che i comunisti avevano appena ricoperto con i blocchetti di selciato.
Lo scorso anno, a Noida, citta' satellite di New Delhi, ma che rientra gia' nello stato dell'Uttar Pradesh, era  stato inaugurato un grande parco monumentale dedicato a Ambedkar, leader indiano che e' il beniamino dei ''dalit'' (gli intoccabili) . Il progetto, costato 120 milioni di dollari, e' frutto della megalomania dela politica Mayawati, una signora vestita sempre di rosa che arriva dala fascia degli intoccabili ma che e' anche tra i piu' ricchi politici dell'India. Nel parco ci sono decine di statue di elefanti, un paio di fontane di bronzo e una costosissimo impianto di illuminazione.  
Nessuno ci vede una contraddizione, anzi e' la prova che anche i piu' umili che la possono fare. Piu' esagera con i gioeielli e con costose opere pubbliche dedicate a glorificare se stessa e, piu' Mayawati raccoglie consensi tra i poveri. Una fabbrica dei sogni insomma.

Tuttavia, la ruota della fortuna e' girata e la signora Mayawati un paio di mese fa ha perso le elezioni contro Akhilesh Yadav, figlio di un potete leader che invece rappresenta la casta piu' numerosa dell'India e che e' a capo di un partito definito ''socialista''. Oltre ai milioni di Yadav che lo votano in maniera automatica ha anche tutti mussulmani come serbatoio elettorale. Prima di Mayawati era il vecchio Mulayam Singh Yadav lui il padrone dello UP.
Nonostante l'inaugurazione a ottobre dopo anni di cotroversie e battaglie nei tribunali contro gli ambientalisti, il parco non e' mai stato aperto al pubblico, non si capisce perche'.
Durante le elezioni le statue con gli elefanti,, simbolo del partito di Mayawati, erano state coperte di teloni rosa, su ordine dalla Commissione elettorale per paura che influenzassero gli elettori.
Adesso sono stati spacchettati, ma al potere c'e' il rivale di Mayawati , il cui partito ha invece come simbolo ha una umile bicicletta.
Sono andata a vedere il parco, pensando  fosse ormai aperto. Invece no, ovviamente la nuova amministrazione dei Yadav adesso la fa pesare. Appena diventato ''chief minister'' il giovane Yadav - che ha studiato all'estero e che e' visto come la nuova generazione di leader ''illuminati'' - ha detto di non voler rimuovere le statue della rivale. Ma intanto i cancelli del parco di Noida restano blindati e - notizia freschissima - sono emersi delle fatture gonfiate sugli elefanti in pietra pagati a peso d'oro dal contribuente. Ricorda qualcosa?   

Sri Lanka, perla o lacrima dell'Oceano Indiano?

    Sono stata una settimana in Sri Lanka, o Ceylon come mi piace ancora chiamare questa isola che ogni tanto e’ paragonata a una lacrima o una perla dell’India e dell'oceano Indiano. Da quando e’ terminato il conflitto con i ribelli delle Tigri Tamil tre anni fa e’ in piena espansione economica e anche il turismo va a gonfie vele. Ho incontrato anche molti italiani in vacanza sulle spiagge del sud. Per la prima volta ho visto Colombo senza posti di blocco e senza piu’  i segni delle bombe. La presenza militare, prima massiccia si e’ ridotta enormente. Insomma sembra un piccolo paradiso. Peccato che il governo di Mahindra Rajapaksa, saldamente al potere con il sostegno della lobby economica e religiosa buddista abbia fatto piazza pulita di ogni rivendicazione del 13 % circa di tamil e di tutti i non cingalesi che vivono soprattutto nel nord e nord est dove c’erano i territori occupati dai separatisti Eelam. Ma quello che e’ peggio e’ che non ci sia neppure un dibattito sull’argomento. La stampa e’ stata epurata e quindi e’ schierata su posizioni governative. Il presidente, dalla tunica bianca e la sciarpetta rossa, e’ onnipresente nelle notizie e foto ma solo in occasione celebrative, mentre inaugura qualcosa , tiene una conferenza o incontra dei lavoratori.
     Nei giorni della mia presenza, la Commissione dei Diritti dell’Uomo dell’Onu a Ginevra aveva appena approvato una risoluzione in cui si chiedeva al governo di Colombo di prendere azione contro coloro che hanno commesso abusi durante l’offensiva del Maggio 2009 in cui migliaia di civili sono stati presi in mezzo a combattimenti in una ristretta fascia costiera a nord di Trincomalee. All’epoca ero la’ e c’era l’esercito davanti agli ospedali per impedire che i giornalisti andassero a curiosare per testimoniare gli orrori sui civili. Ero entrata come turista, ai giornalisti rifiutavano il visto.
     L’Onu pensa che sono stati massacrati 7 mila civili tamil, ma altre ong parlano di 40 mila morti. Il governo ha anche promosso una propria inchiesta in cui si e’ preso diversi impegni a favore della minoranza etnica e religiiosa (sono induisti e cristiani).
     I giornali erano pieni di commenti velenosi contro Stati Uniti e tutti i Paesi che avevano votato la risoluzione a Ginevra , tra cui anche il ‘’grande fratello’’ India, mentre l’altra potenza rivale asiatica, la Cina, si era opposta. Il governo accusa i Paesi occidentali di due pesi e due misure nella lotta al terrorismo giustificando le azioni militari in Aghanistan o in Iraq, per esempio.
    Io sono stata soltanto sulla costa meridionale, la piu’ ricca e sviluppata dove non c’e’ traccia dei tamil. Non so quindi cosa succeede nel nord dove gli sfollati sono ritornati ed e’ iniziata la ricostruzione, almeno dicono con una buona dose di investimenti indiani e cinesi.
    A Bentota, angolo di paradiso pieno di testuggini marine e laguni con mangrovie e coccodrilli, un enorme cartello stradale accoglie I viaggiatori: ‘’Abbiamo sconfitto il terrorismo, che c’e’ di male? “. Bisognerebbere chiederlo ai tamil.