COVID 19/ Pandemia record a Tenerife, obbligo di green pass al chiuso

Tenerife (Isole Canarie), 28 luglio 2021

   La chiamano la 'quinta ola' , la quinta ondata, ma di fatto e' uno tsunami. La scorsa settimana la pandemia ha causato un record di contagi nelle isole delle Canarie, in particolare a Tenerife, la piu' turistica dell'arcipelago spagnolo. Ma il turismo o le movide questa volta non c'entrano. Sono stati i raggruppamenti familiari e quelli di lavoro a scatenare i contagi della cosiddetta variante Delta del virus. 

Incidenza dei casi nelle sette isole. La verde (piu' alta e' tenerife).
Da static-eldiario.es

   Venerdi' scorso si sono registrati 1.023 casi, il numero piu' alto dal febbraio 2020. Il mese di luglio, quello piu' caldo e tradizionalmente il mese festivo per le Canarie, ha visto una continua escalation. Soltanto da domenica l'incidenza ha segnato un lieve rallentamento di due casi su 100 mila abitanti nella media dell'arcipelago (da 274,4 casi di domenica a 245,2 di ieri, fonte eldiario.es). 

   La nuova impennata avviene quando il 70% della popolazione ha ricevuto la prima dose del vaccino, il che solleva qualche dubbio sull'efficacia e sulla teoria dell'immunita' di gregge. 

   Il peggioramento della situazione ha costretto le autorita' a introdurre nuove restrizioni. Tenerife, l'isola piu' colpita, e' passata a 'livello quattro', una zona 'rossa', ma senza lockdown. La misura, introdotta piu' volte in passato, del coprifuoco notturno e' stata bocciata dalla Corte Suprema di Madrid. Da iei pero' e' in vigore l'obbligo del green pass per i locali al chiuso (ristoranti, palestre, ecc) e limitate le presenze nei locali pubblici.  

   Come nel resto dell'Europa, la maggior parte dei malati sono giovani, la scorsa settimana e' morto anche un bambino di 5 anni. A Gran Canaria un focolaio, chiamato dalla stampa "el brote dell'asadero" perche' iniziato in un barbecue domenicale, avrebbe causato oltre 100 contagi. 

   In totale sono 12.105 i positivi nelle isole (piu' 696 ieri), di cui 70 in terapia intensiva e 427 in ospedale. La maggior parte dei nuovi contagi sono a Tenerife (7.089, di cui 364 ieri), segue Gran Canaria (4.089), Lanzarote (167), Fuerteventura (506), La Palma (173),  e La Gomera (70) e El Hierro (10). (Fonte: Informe epidemilogico diario).   

       

UEFA20 /Campioni d'Europa, il tricolore svetta su Maneki

 La Gomera (Canarie) , 13 luglio 2021

    Non avendo un balcone, ho esposto il tricolore sull'albero della mia barca a vela Maneki dopo la vittoria dell'Italia al campionato EUFA20. Nel mio ancoraggio, a Valle Gran Rey (sud ovest de La Gonera), uno dei miei preferiti, sono la sola italiana. Ero quasi da sola anche a vedere la finale nel bar Cacatua, strapieno di tedeschi, che pero' facevano il tifo per gli Azzurri.  La Gomera e' una enclave turistica tedesca, ma prima del Covid e della Brexit c'erano anche inglesi. 

   Non trovando bandiere italiane, mi sono ingegnata un po' con del cartoncino e colla. L'ho issata con la drizza della randa e con un po' di vento stava dritta, visibile da tutti i miei vicini di barca, tra cui ci sono francesi, russi, tedeschi, israeliani e sudamericani, un vero vicinato internazionale. Nella baia, davanti alla spiaggia di Argayall e circondata da una imponente falesia, ci sono una decina di barche all'ancora e un po' piu' distaccato un lussuoso panfilo. Il grande tricolore e' stato salutato da tutti, compresi i pescherecci in entrata e uscita nel porticciolo di Vuelta.  

Fermo immagine dalla rete tedesca ZDF

CANARIE / Il Buddha che ride 'scaricato' a La Gomera

 La Gomera (isole Canarie), 10 luglio 2021

    Che ci fa un Buddha che ride sull'isola della Gomera? Da alcuni anni questa bizzarra immagine e' entrata a far parte dell'iconografia della piccola isola dell'arcipelago spagnolo gia' famosa per altre amenita' come il 'siblo canario', il linguaggio dei fischi. La statua, 3 tonnellate di peso, si trova su una curva di una strada sterrata, che e' anche un sentiero, nel villaggio di Arguamul, sul lato occidentale dell'isola, quello piu' battuto dai venti alisei. Per gli appassionati di trekking e' diventato un punto di riferimento. 


   Come questo grosso Buddha 'ridente" o 'felice', comune nella tradizione cinese, sia arrivato in questo remoto angolo di oceano Atlantico non e' un mistero. Ma la  sua collocazione invece e' qualcosa di karmico. La massiccia statua di pietra giallo oro era stata acquistata anni or sono da una coppia di tedeschi in un paese asiatico, probabilmente Thailandia e spedita alle Canarie, per la loro nuova casa vacanze. la Gomera e' una popolare meta turistica per i tedeschi, ci e' stata anche la cancelliera Angela Merkel a cui sono perfino dedicate delle comiche cartoline postali. Il Sud dell'isola, in particolare, e' una enclave germanica. Arrivato via nave al porto di San Sebastian, il Buddha, imballato in una enorme cassa, era stato portato  a Arguamul da una ditta di trasporti. Il camion pero' non riusci' a continuare per la stradina di terra fino a raggiungere il 'rustico' acquistato e ristrutturato dalla coppia di vacanzieri tedeschi. Probabilmente a causa delle piogge di quei giorni la zona era inagibile. Probabilmente il camion si impantano' sotto il peso delle tre tonnellate. Quindi la cassa con la divinita' fu scaricata sul ciglio della stradina e li' rimase per diverso tempo in attesa di una soluzione. Nel frattempo, a causa di gravi motivi di salute, la coppia di tedeschi fu costratta a tornare in patria. Malauguratamente uno dei due manco' e quindi la casa fu messa in vendita. Il Buddha nella sua cassa fu abbandonato per tre anni - leggo su un giornale locale - fino a quando qualcuno (non e' chiaro chi) decise di farna una specie di tempietto. La collocazione era perfetta, sotto le palme e con vista sull'oceano e - quando il cielo e' limpido - sul vulcano Teide di Tenerife. Intorno e' stato ricavato un piccolo roccioso di fiori e cactus e c'e' anche una ciotola per le offerte.

   La statua raffigura 'Budai', un monaco veramente esistito nella tradizione buddista, che e' ritenuto anche il "matreya", il Buddha che verra' secondo le profezie. Questo personaggio e' dipinto come un grasso monaco, pigramente seduto, non nella  rigida posizione del loto, completamente calvo, con i lobi delle orocchie allungate, caratteristica queste comune agli altri Buddha. Ma questo monaco grassone ride a crepapelle e ha una pancia rotondeggiante, e' simbolo della felicita' e della prosperita'. Guardandolo mi viene in mente la frase "una risata vi seppellira|", in auge negli anni Sessanta e Settanta. Il destino di sicuro e' stato un bontempone. Invece di finire imprigionato nel chiuso di un  giardino, questo Buddha se la ride beato nella brezza dell'oceano Atlantico. E' diventata la nuova divinita' dell'isola.    

 












DIARIO - Viaggio nell'Italia post Covid

   Un viaggio nell'Italia post Covid, tra i vaccinati che ritrovano la libertà e la speranza che potrebbe essere finita, nell'Italia che tornando alla cosiddetta 'normalità', con il traffico, i miasmi della spazzatura in strada, le code agli uffici postali e il tutto pieno ai ristoranti. A distanza di quasi un anno sono tornata in patria e pensavo di trovare un'altra Italia. Invece è la stessa, anzi peggio, perché la crisi sanitaria ha messo in luce la realtà che prima non si voleva vedere. Che il Paese sta invecchiando velocemente, è sempre più fragile, chiuso sul 'particulare', intollerante e aggressivo nei confronti degli 'altri' e miope di fronte agli evidenti segnali di insostenibilità economica e ambientale. E non mi sembra per nulla pronto a beneficiare della pioggia i miliardi che presto arriveranno da Bruxelles.

Milano Malpensa, 29 maggio

   Tamponata e in possesso della EU Digital Passenger Locator Form (dPLF), obbligatorio da pochi giorni per chi viaggia in Europa, sbarco a Malpensa dopo le 23, ovvero dopo che scatta l'orario di coprifuoco anti Covid. Ma da quanto ho letto i dati sulla pandemia sono in netto miglioramento giorno dopo giorno, quindi confido nella tolleranza delle autorità. Di fatti nessuno controlla il tampone negativo, non vedo personale sanitario e neppure doganieri. Mia figlia, neopatentata, mi è venuta a prendere con l'auto della nonna. Fa caldo, quello estivo della pianura padana, scendo in T/shirt, ma lei ha un cappottino leggero, mi dice che nel pomeriggio pioveva e faceva freddo.  Lungo il tragitto per Vigevano,  scavallando tra Piemonte e Lombardia, non c’è nessuno. 

Piazza di Vigevano

   Esco per colazione con la stessa t-shirt, ma mi accorgo che tutti sono ancora con abbigliamento invernale nonostante il sole caldissimo. Sembra che l'estate sia arrivata con me e nessuno ha ancora cambiato il guardaroba. La piazza di Vigevano, che si dice disegnata nientepopodimeno da Leonardo Da Vinci, è sempre uno spettacolo. Da stare a bocca aperta per la bellezza. Peccato che Vigevano, paesone nell'hinterland di Milano, che ha fatto la sua fortuna sulle scarpe, non la meriti per il livello un po' scarso di cultura esistente. Lo scrittore Lucio Mastronardi, l'unico prodotto culturale di Vigevano, aveva tracciato una descrizione impietosa dei suoi concittadini. Da quando ho letto le miserie del Calzolaio di Vigevano non riesco a guardare quella bella piazza con occhi neutrali.


E'  sabato e c’è uno struscio incredibile per le vie del centro, c’è chi arriva con una carrozza trainata da cavalli in piazza, alcuni sfilano con coppie di cani pregati, appena usciti dalla toelettatura, i bar traboccano di spritz e ogni ben di Dio. Hanno i anche tirato fuori dai garage le vespe e moto d'epoca. Insomma se non fosse per le mascherine, sembra un weekend pre Covid, forse anche con più ostentazione dopo la forzata clausura.  Di sicuro non è un atmosfera da crisi sanitaria, economica e ambientale.  La Lombardia è ancora arancione. Per contrasto, al 'Museo internazionale della Calzatura Pietro Bertolino', nelle belle sale del castello Sforzesco, ci sono solo pochi visitatori. Per fortuna ha riaperto, ma la visita è deludente. La collezione ha pezzi rarissimi, come calzature dell' epoca rinascimentale e pure uno stivale del Duce, ma manca un approfondimento sull'artigianato, forse qualche video ci sarebbe stato bene, visto che  Vigevano hanno inventato il tacco a spillo. Insomma va bene glorificare gli stilisti, ma due parole su chi le faceva le scarpe?