L'India incassa tre nuovi siti Unesco, tra cui la terza montagna più alta in Sikkim

New Delhi, 29 luglio 2016

Mi piace dare buone notizie e questa è un esempio. L'Unesco ha aggiunto tre nuovi siti da proteggere in India, tra cui il parco del Khangchendzonga , la terza piu' alta montagan del mondo che sorge in Sikkim e che è (per fortuna) molto meno nota delle prime due, Everest e K2.  
Gli altri due sono le rovine dell'Università buddista di Nalanda in Bihar e il complesso costruito dal celebre architetto franco-svizzero Le Corbusier negli anni Cinquanta a Chandigarh. 
La decisione è stata presa a Istanbul durante una riunione del The World Heritage Committee (mentre c'erano ancora i carrarmati per strada per il fallito golpe).
L'India può vantare ora 35 siti (27 culturali, sette naturali e uno misto)) che sono "patrimonio umanità", mentre 46 sono in lista di attesa.   
Per gli amanti delle statistiche l'Italia guida la lista degli World Heritage Sites con 51 siti seguita da Cina (48), Spagna (44), Francia (41), Germania (40) e India, che è quindi al sesto posto.
Qui c'è la lista: http://whc.unesco.org/en/statesparties/in

Diario da Istanbul/2 - Bus, tram e traghetti gratuiti, una pacchia

Istanbul, mercoledì 27 luglio 2016

Oggi è l'ultimo giorno di trasporti pubblici gratis e sembra che l'intera popolazione di Istanbul ne abbia approfittato per andare a zonzo per la città. Autobus, metropolitana e soprattutto i traghetti sul Bosforo sono carichi di famiglie con bambini. Probabilmente arrivano dalla periferia, le donne sono con l'hijab, che qui in Turchia si indossa sopra una sorta di berretto che copre i capelli raccolti sulla nuca oppure con il chador nero alla maniera saudita. Pensare che fino a pochi anni fa il velo era proibito in Turchia. Al palazzo Dolmabahce ho visto diverse coppie e anche diverse uomini con le loro mogli.
Anche io mi sono divertita a saltare da un mezzo pubblico all'altro come fossi alle giostre.  Ho preso il tram da Sultanahmet e sono andata fino al capolinea di Kabatas.  Da qui ho camminato fino alla fermata dei traghetti a Besiktas e sono passata sulla sponda asiatica, a Uskudar, che è di fronte.  Dal ferry si vede il ponte sullo stretto del Bosforo che è stato ribattezzato "15th July Martyrs" in onore delle decine di civili uccisi proprio qui sopra nel tentativo di respingere i golpisti.  Ho scorrazzato su e giù per il Bosforo per un po' fino a quando sono tornata in Europa, a Kabatas, dove c'è la funiculare per Taksim Square. C'era ancora un grande palco sulla piazza dove domenica ci sono state manifestazioni pro e anti governative.  Ma adesso era vuota. C'era invece una fiumana di gente a Istlikal Kaddesi, la storica Grand Rue de Pera, la via dello shopping e dello struscio. Leggo che questa via, oggi molto commerciale, era nell'Ottocento il simbolo della moderna Costantinopoli, la "Parigi dell'Est" per molti occidentali.
Lungo i circa tre chilometri di strada fino alla metropolitana di Tunel c'è uno storico tramway, anche quello un simbolo, tanto che è raffigurato nelle cartoline e souvenir. Gruppi di giovani erano assiepati sul predellino mentre il mezzo fendeva la folla scampanellando in continuazione.
In questo ambiente festoso e rilassato mi sono dimenticata che è in vigore lo stato di emergenza dichiarato dal governo Erdogan dopo il fallito golpe e il massacro di 250 persone. La rappresaglia continua con migliaia di arresti, tra cui anche giornalisti accusati di coinvolgimento con il misterioso imam Gulen, capo di un'organizzazione che qui chiamano Feto (Fethullah Gulen Terrorist Organisation).
Nella notte è stato arrestato anche Bulent Mumay, un commentatore liberal che era sulla lista di 47 giornalisti ricercati e che era stato intervistato da RaiNews24. Sono notizie che fanno venire i brividi e che gettano ombre inquietanti sulle purghe ordinate da Erdogan per punire i golpisti.




Diario da Istanbul/1- Dieci giorni dopo il golpe, la citta' è tappezzata di bandiere

Istanbul, 25 luglio 2016
   Dalla terrazza del mio ostello a Sultanahmet si vede il ponte sul Bosforo dove dieci giorni fa si e’ scritto un nuovo capitolo nella storia della Turchia. Questa citta’ sorge su una delle faglie del pianeta dove le grandi civilta’ religiose si scontrano di tanto in tanto come le zolle tettoniche.
   Sono arrivata all’alba quando Istanbul si stava risvegliando in una luce che sembrava filtrare dalle tende rosa di un’alcova. Quanto e’ seducente e sensuale questa citta’ con i suoi minareti e i grattacieli che spuntano dalle morbide curvature delle colline! E’ una citta’ che mi da emozioni come Gerusalemme, anche quella sulla stessa spaccatura dell’umanita’.
   Il fallito golpe, con la sua scia di sangue, ha scatenato un’ondata di patriottismo. La citta’ e’ tappezzata da bandiere rosse con la mezzaluna. Il vento che soffia forte oggi le fa sventolare dai monumenti, ponti, negozi, balconi, taxi e perfino sui mezzi della raccolta rifiuti. Alcuni indossano T-shirt con la bandiera nazionale.
   Sembra che la Turchia abbia vinto gli Europei non che abbia sventato un golpe. Eppure, leggendo i giornali, c’e’uno stato di emergenza e le epurazioni continuano. Ho fatto un giro al Grand Bazar e poi nello spiazzo tra la Moschea Blu e Hagia Sophia.La presenza della polizia e’ la stessa di quella di giugno, quando ero qui prima dell’attentato all’aeroporto.
   Non ci sono turisti occidentali, ma ci sono indiani e asiatici. Il Grand Bazar era vuoto, quello si’, ma magari non e’ stagione di shopping, e poi non so se e’ un posto dove va la gente di Istanbul, e’ molto caro. C’era invece molta gente nelle strade intorno e nelle lokantasi, nelle locande dove cucinano i kebab. Dopo il golpe, i mezzi di trasporto, tram e ferry, sono gratuiti. Un marocchino che e’ nel mio stesso ostello ne ha approfittato per vedere le periferie. Istanbul e’ una megalopoli da 18 milioni di abitanti, grande come New Delhi. Quella visitata dei turisti e’ una minuscola parte.
   E’ soprendente come tutto sia normale, almeno qui a Sultanahmet, e come la gente ne parli apertamente e anche con un po’di rassegnazione. Ovviamente la maggiore preoccupazione qui e’ il crollo del turismo, ma non si avverte un senso di disperazione. C’e’ una abitudine, lo si sa che e’ cosi’ quando si nasce e si vive in una citta’ sulla faglia piu’ pericolosa del mondo.

Diario da Dubrovnik/ LA FOTO - Repubblica di Ragusa, tramonto nostalgico

Dubrovnik (Croazia),  venerdi 15 luglio 2016

Un galeone al tramonto davanti alle mura di Dubrovnik, l'ex repubblica marinara di Ragusa


Diario da Spalato/ I Millennials dei moderni Khumb Mela

Spalato, venerdi 15 luglio 2016
   Sono capitata a Spalato, la città di Diocleziano, nei giorni di un megafestival di musica elettronica, Ultra Europe 2016. La città è invasa da giovani di ogni nazionalità che hanno occupato tutti gli ostelli, parchi e aiuole comprese. Sono stata costretta ad andare a dormire in una sorta di baita sulla montagna dove si arriva dopo una camminata di due ore.
   E’ stata una coincidenza, ma che mi ha permesso di osservare un mondo che pensavo non ci fosse più nell’epoca della Millennial Generation. Invece i Millennials, come i loro genitori, i Baby Boomers, amano ancora i riti di massa, gli happening, dove si vanno ad adorare diverse divinità musicali o sportive.

   Mi sono trovata tra una folla di giovani urlanti e un po’ ubriachi alle barriere di ingresso dello stadio Pojud. Era una situazione fuori controllo al limite della sicurezza. Bastava un niente per scatenare la ressa. Dietro continuavano a premere. Erano arrivati dei ragazzi muscolosi, forse dal nord Europa o dall’Est, con delle bandiere sulle spalle che sembravano degli hooligans. La calca ondeggiava tutta insieme verso i cancelli, ma nessuno sembrava preoccuparsi più di tanto.
   Manco al Kumb Mela, il festival religioso induista che attira milioni di pellegrini, ho visto tanto fervore. Forse - ho pensato - succede a ogni partita di calcio in Europa, ma per me è stata una novità.
   Ho osservato anche come i Millennials si vestono. Il trend maschile continua a essere la ciabatta infradito, mentre per le ragazze è d’obbligo la scarpa da ginnastica e short sfilacciati. In testa va molto il il cappellino da baseball al contrario oppure la coroncina di fiori che è il leit motiv dell’estate 2016.
   La musica pompava così tanto che si sentiva anche dal mio ostello, il Mountain Home Hostel Putalj, che sul costone di una montagna fuori da Spalato, sulla strada per Trogir. L’ho prenotato all’ultimo momento su Booking.com e non avevo capito dove si trovava. Quando me lo hanno indicato dalla fermata del bus, una casetta bianca quasi in cima, mi è venuto un colpo. Ci ho messo un paio di ore per salire, ma merita la fatica…perché da quassù il panorama è mozzafiato. S

Happy end: scarcerati i 12 pescatori indiani arrestati nel 2014

Torino, 2 luglio 2016

Tutto e' bene quel che finisce bene. Scorrendo le notizie dall'India leggo che 12 pescatori indiani sono stati rilasciati dal carcere di Trapani dove erano detenuti. Il cargo dove erano impiegati era stato fermato vicino a Pantelleria per un carico di droga. Leggo qui che e' stata provata la loro innocenza e che grazie all'aiuto della ministra degli Esteri Sushma Swaraj (sempre attivissima per salvare dai guai connazionali all'estero) sono stati riportati a casa.  Ma che coincidenza...a poche settimane dal rilascio del maro' Girone.