Kashmir, il piu` lungo tunnel stradale dell`India parla Italiano

New Delhi, 31 marzo 2017

  La prossima settimana il premier Narendra Modi inaugurera` un tunnel stradale in Kashmir, la regione a maggioranza mussulmana contesa con il Pakistan, che e` il piu` lungo mai costruito in questa parte di Himalaya e che - guardate un po` - e` stato disegnato da italiani.  Il traforo Patnitop di 9 km sulla autostrada che va da Jammu a Srinagar permettera` un notevole risparmio di tempo.
Il progetto e` stato realizzato con il contributo della societa` di ingegnerisica Geodata che tra l`altro sta lavorando anche alla ferrovia sempre in Kashmir e ad altre opere pubbliche sotterranee in India. Leggo sul sito dell`azienda torinese che l`appalto (2010-2014) da 375 milioni di euro riguardava il `detailed design, including Geotechnical Monitoring, MEP system design, and Construction Follow-up`.
    Mi piace scrivere questo per sottolineare come gli ingegneri italiani non abbiano perso il loro primato nella progettazione di infrastrutture e per fortuna sono quindi ancora competitivi.
   Peccato che ai media italiani non interessi per nulla raccontare di queste collaborazioni e dello sviluppo infrastrutturale che sta trasformando l`India delle vacche sacre. Preferiscono scrivere o meglio scopiazzare su internet storie di tribu` dove comandano le donne o di statue che celebrano pseudo eroi anti mussulmani come a Mumbai, perche` questi sono gli argomenti che vanno `di moda` e soprattutto non si fa fatica a fare i titoli. Ma l`India (e anche l`Italia) e` un`altra storia. 

Sorpresa, le nuove 500 e 2000 rupie sono stampate su carta Fabriano

New Delhi, 28 marzo 2017

    Ho scoperto leggendo questo articolo su The Indian Express che le nuove banconote da 500 e da 2000 rupie in circolazione sono stampate su carta Fabriano. La storica e famosissima cartiera italiana, ora del gruppo Fedrigoni, e` infatti tra le fornitrici della Reserve Bank of India (Rbi). E` tra le nove societa` straniere selezionate a dicembre per fornire alla Zecca indiana 20 mila tonnellate della speciale carta filigranata e con il filo di sicurezza. In effetti le nuove banconote mi ricordano un po` l`euro, che arriva dalla stessa cartiera.
   Non molte aziende al mondo sono in grado di produrre questo tipo di carta e evidentemente in India non ce ne sono. Leggo sul sito di Fabriano Security, che produce questo tipo di carta per passaporti, bolli e banconote, che la fibra deve essere al 100 per cento di cotone per garantire la resistenza. Poi c`e` l`aspetto sicurezza, immagino che saranno arrivati interi aerei in India. Probabilmente negli stabilimenti di Fabriano avranno lavorato notte e giorno per la maxi fornitura. Il governo ha dovuto sostituire in poche settimane l`85% della liquidita` in circolazione. Stiamo parlando di un Paese da 2,2 miliardi di persone, non sono bruscolini. Non so quanti euro ci sono in circolazione, ma penso che la quantita` di rupie sia maggiore. Per mesi la Zecca ha stampato in continuazione, mentre gli indiani erano in coda ai bancomat. Adesso non ci sono piu` problemi di liquidita` e  il premier Narendra Modi e` stato pure `premiato` alle elezioni regionali in Uttar Pradesh.    Rimane il mistero delle banconote da mille che non esistono.... Ma penso che presto saranno introdotte e allora ci sara` altro lavoro per Fabriano. A meno che non finisca travolto dallo scandalo sollevato da Indian Express. Il rappresentante indiano della cartiera sarebbe infatti coinvolto nei Panama Papers come evasore fiscale. Non c`e` alcuna connessione con la fornitura di carta, ma qui in India quando si parla di business italiano c`e` sempre il sospetto che ci sia corruzione. Vedasi gli elicotteri di AgustaWestland.
    E` l`eredita` del vecchio scandalo del mediatore Ottavio Quattrocchi,  rappresentante dell`allora Snam Progetti a New Delhi e amico di Sonia e Rajiv Gandhi, accusato di aver veicolato  mazzette per l`acquisto di cannoni svedesi Bofors. Quattrocchi, che era scappato a Kuala Lampur, ora e` morto, ma il suo spetttro continua ad agitare il mondo della politica indiano. 

Alla scoperta di New Delhi 4 / Museo Nazionale, ci vorrebbe un restyling

New Delhi, 26 marzo 2017 

    Sono andata al National Museum di Janpath per cercare qualche `prova storica` del periodo tra il I millennio AC e il I millennio DC. Mi interessa capire che succedeva in India quando l`apostolo San Tommaso e` arrivato da queste parti, prima a Nord attraverso la via della Seta e poi in Kerala e Tamil Nadu dove e` morto. In effetti quel periodo e` un po` oscuro. All`epoca sul subcontinente indiano regnavano i Kushan, una misteriosa dinastia giunta dalla Cina e insediatosi in una regione molto vasta che comprendeva Afghanistan, Pakistan e nord dell`India. Questi regnanti erano buddisti con tendenze fortemente elleniche.
   Nella Kushana Gallery ci sono infatti esempi di arte buddista del Gandhara, tra cui dei Buddha vestiti alla moda greco-romana. Sembrano dei Cesari. I Kushan erano a Taxila, a nord di Islamabad, e anche a Mathura, la citta` di Krishna vicino a Delhi. Se e` arrivato fino a qui lo stile ellenico, non mi stupisco che anche il Cristianesimo sia veicolato attraverso le rotte commerciali con il Mediterraneo, Pero` rsi dice che i sovrani Kushan non siano stati impressionati dai miracoli di San Tommaso, il quale ha dovuto ripiegare a sud dove ci sono le tracce del suo passaggio, tra cui la tomba a Chennai..
    L`India meridionale, si sa, ha resistito meglio ai guerrieri che calavano dall`Asia centrale. Di fatti qui all`epoca di Gesu` c`erano delle dinastie hindu. Il museo nazionale qui e` un po` carente. Esistono solo opere dell`era Satavahana, che pero` era limitata al Deccan (Maharastra). Del Kerala o Tamil Nadu non c`e` nulla. Nulla sul porto romano di Muziris, scoperto qualche anno fa.
   Mentre cercavo invano tracce del Cristianesimo, pensavo alle condizioni un po` penose del museo, aperto al pubblico nel 1960, che dovrebbe in teoria essere il piu` importante del Paese e quello che meglio illustra la ricchissima civilta` indiana.
    La galleria Harappan, che espone dei tesori di 5000 anni fa trovati nella valle dell`Indo, tra cui la famosa `Dancing Girl`,  e` decente,  ma si potrebbe fare di piu` sulle descrizioni, data l`immensa l`importanza della collezione che arriva in buona parte dagli scavi in Pakistan. Le etichette nelle altre gallerie sono cosi` piccole che bisogna chinarsi per leggere. Nonostante i cartelli e i custodi, il pubblico tocca a piacimento le sculture di 2 mila anni fa.
    Qualcosa e`pero` stato fatto. C`e` una audioguida del museo e la `Bronze Gallery` e` stata riammodernata di recente con una adeguata illuminazione e teche di vetro. Insomma qualcosa si muove.

Attentato a Londra, un paio di riflessioni dall`India

New Delhi, 24 marzo 2017

   Stamane al parco di Hauz Khas, dove vado a correre, ho visto che hanno messo del filo spinato sulla recinzione e un nuovo cancello per chiudere un sentiero che si perde in un fitto bosco vicino a uno slum di Hauz Khas Village. Non e` una protezione dalle scimmie...penso sia per evitare intrusioni nel parco che viene chiuso di notte.
   Filo spinato e muri di cemento sono articoli in grande richiesta ultimamente e ahime`, temo, lo saranno sempre di piu`. Barriere di cemento e cortine di ferro contro attentatori suicidi, contro migranti disperati che scappano dalle guerre, contro chi vuole una vita migliore, come quella che vede su internet. All`epoca della guerra fredda c`erano i muri per separare chi la pensava diversamente.  Adesso i muri servono a isolare i poveri dal resto della popolazione piu` fortunata. Lo scontro di civilta` c`e` come ha previsto Samuel P. Huntington, ma non c`entra la religione o l`ideologia, e` un puro scontro tra `chi ha` e  `chi non ha`, tra le riccche elite e le masse di indigenti.
   Nello stesso giorno dell`attentato a Londra, circa 150 persone (ma nessuno sa quante di preciso) sono state uccise dai bombardamenti a tappeto a Mosul.  Non penso siano tutti terroristi dell`Isis, ho letto che sono civili intrappolati nella guerra tra la coalizione (US e UK)  e l`Isis (che a sua volta sara` appoggiato da qualuno altro). Nessuno ha acceso la bandiera irachena sulla torre Eiffel o sulla Porta di Brandeburgo. Nessuno ha condannato la strage o anche solo chiesto scusa. E` considerato un danno collaterale di operazioni militari che avvengono in un centro abitato.
    Con questo non voglio sminuire l`atrocita` del massacro di Londra. Tra le vittime ci poteva essere anche mia figlia che studia al Kings College,  qualche isolato piu` in la da Westmister, e che quel ponte lo percorre forse ogni giorno. E` un crimine bestiale e i pazzi estremisti vanno fermati. Ma se, a partire dai media, cominciamo a considerare con lo stesso rispetto e attenzione anche le vittime in Iraq, Siria, Pakistan, Yemen ecc, magari riusciamo meglio a combattere il fanatismo senza erigere dei muri. 

Italian National Day all`ambasciata di New Delhi.

New Delhi, 18 marzo 2017

Ieri sera si e` tenuta la celebrazione dell`Italian National Day nel giardino-uliveto dell`ambasciata d`Italia a New Delhi. Come avevo spiegato in questo post si tratta del ritorno alla `normalita`nelle relazioni con gli indiani dopo cinque anni di `gelo` a causa della crisi dei maro`.
Per l`occasione e` stata invitata a esibirsi l`Orchestra di Mantova che si trova in tournee in India. L`ambasciatore Lorenzo Angeloni ha fatto gli onori di casa e ha annunciato che ad aprile arrivera` una delegazione governativa e di imprenditori dall`Italia.  L`ospite d`onore era il Minister of State (una sorta di viceministro) alla Scienza e Tecnologia Y.S. Chowdary, il quale nel video che allego qui sotto, inconsapevolmente ha svelato l`arcano, Il National  Day si tiene il 17 marzo (anniversario dell`Unificazione, data importante certo) e non il 2 giugno, perche`....in quel mese fa troppo caldo, 

ELEZIONI REGIONALI 2017 - Modi trionfa in Uttar Pradesh, ma il Congresso vince in Punjab (e Goa)

New Delhi, 13 marzo 2017

   Come al solito ogni previsione elettorale in India viene regolarmente smentita. Il trionfo di Narendra Modi nello stato chiave dell'Uttar Pradesh ha colto tutti di sorpresa, me compresa. Il suo partito di destra, il Bjp, ha incassato una maggioranza di 325 seggi (su un totale di 403) polverizzando ogni record e soprattutto mandando in soffitta i cosidetti 'partiti casta' che per decenni avevano dominato il più popoloso Stato indiano (200 milioni di abitanti).
    Ho sempre creduto che l'Uttar Pradesh fosse dominato da logiche 'regionali' e che quindi le elezioni locali non potevano essere influenzate da outsider. Tant'è che nè il Bjp e nè il Congresso di Sonia Gandhi avevano mai messo radici. La politica in Up (e in altri Stati) era monopolizzata da potenti satrapi locali legati alle caste o alle minoranze. Modi, un 'outsider' che arriva dal Gujarat, ha sfatato questo mito riuscendo a conquistare mussulmani, dalit e le caste basse promettendo sviluppo e equità sociale. In pratica si è appropriato dell'elettorato della sinistra con un programma 'di sinistra'.
   La vittoria di Modi ha smentito anche coloro che pensavano che la 'demonetization', l'abolizione delle banconote da 500 e 1000 decisa a novembre, avesse colpito le classi più deboli. Sapevo che a novembre a causa della crisi di liquidità molti manovali e braccianti dell'Uttar Pradesh erano rimasti senza paga ed erano stati costretti a tornare nei villaggi. Molti, come me, ritenevano che questo avrebbe influenzato il voto. Invece è stato esattamente il contrario. Modi è stato premiato per la sua misura anti corruzione. E' l'ennesima conferma che da New Delhi difficilmente si capisce cosa succede nell'India profonda. 
    Detto ciò bisogna però allargare lo sguardo anche sugli altri Stati che sono andati al voto a febbraio e marzo. Solo due (Uttar Pradesh e il suo gemello himalayano, l'Uttarakhand) su un totale di cinque sono andati al Bjp. Il Congresso ha vinto in Punjab, mentre a Goa e Manipur ha riportato la maggioranza relativa. Quindi se si guarda il bicchiere mezzo vuoto, c'è stato un chiaro contraccolpo a livello nazionale per il partito di Modi. A Goa si avvertiva chiaramente l'insoddisfazione contro il governo del Bjp. La 'demonatisation' ha avuto un duro impatto sul turismo.
    La stampa indiana, che prima si era scagliata contro le code davanti ai bancomat, ora è tutta presa ad celebrare lo 'tsuNaMo' in Uttar Pradesh. Molti sull'onda dell'entusiasmo prevedono una facile vittoria del Bjp alle politiche del 2019. Ma come sempre sarà la pancia dell'India a decidere.

Alla scoperta di New Delhi 3 / La tomba del santo sufi Nizammudin e della principessa Jahanara

New Delhi,  9 marzo 2017

   La dargah (mausoleo tombale) del santo sufi Hazrat Khwaja Syed Nizammudin Auliya (1238-1325) è uno dei luoghi più sacri e venerati a New Delhi, ma è poco nota tra i turisti stranieri. Forse perché per accedere bisogna passare attraverso un labirinto di viuzze, affollate molto spesso di mendicanti, pochi si avventurano fino alla tomba del santo 'patrono' della capitale.
   New Delhi ha una forte connotazione islamica, lo si vede dalla quantità di tombe mussulmane, e la dargah di Nizammudin è al centro di questa anima islamica.
   Il momento migliore per andarci è di giovedì sera, alle 9, quando si temgono le performances di 'qawwali', in onore del santo. Questo video si riferisce a stasera, l'artista è Sultan Ali, che proviene da una celebre famiglia di cantanti sufi.
   Nizammudin apparteneva all'ordine Chishti (da Chisht, città afghana vicino a Herat) portato in India da Moinuddin Chisti (1141-1236), la cui tomba è ad Ajmer, in Rajasthan. I valori predicati da questo ordine si basano sulla tolleranza e sull'armonia, che sono i concetti chiave della filosofia sufi. tuttavia, nonostante questa apertura mentale, l'ingresso all'interno del mausoleo è vietato alle donne.
   Il santo ebbe un influenza enorme sui musulmani di New Delhi e in particolare sui moghul. Davanti alla tomba dietro una grata di marmo c'è la tomba della principessa moghul Jahanara, una devota di Nizammudin, e favorita del padre Sha Jahan (perchè gli ricordava la sua amatissma moglie Muntaz Mahal a cui è dedicato il Taj Mahal di Agra).

   La storia di Jahanara (c'è un bel libro di una docente universitaria francese, Lyane Guillaume, 'Jahanara') è affascinante e anche inquietante. Rimasta nubile (per le principesse mughal era proibito sposarsi) era diventata la figlia prediletta (si sospetta un amore incestuoso) del potente sovrano Sha Jahan. Al centro di torbidi e sanguinosi intrighi di corte, è lei che rimane con il padre imprigionato nel palazzo di Agra dal figlio e usurpatore del trono Aurangzeb, fino alla sua morte.
   La sua tomba è scoperta, ci crescono le erbacce sopra, per sua volontà. Su una lastra di marmo, davanti al sepolcro, c'è questa iscrizione in persiano, da lei scritta prima di morire il 6 settembre 1681:
'Lasciate che nulla copra la mia tomba eccetto che l'erba,
sia l'erba più che sufficiente a coprire una umile tomba'
(mia traduzione in Italiano)
    Il recinto che ospita la tomba di Jahanara e altre tombe di pie donne è diventato negli anni un luogo di raccoglimento per le mussulmane indiane, dove sfogare i propri dolori. Spesso si vedono donne piangere mestamente sulla tomba o sdraiarsi accanto come per farsi consolare. Capita anche, come stasera, di assistere a dei rituali di donne 'possedute' che urlano e si rotolano in terra come indemoniate, assistite da vicino dai familiari. Ho letto che questo posto, non so se è per via di Jahanara, è abitato dai 'jinn', gli 'spiriti' della tradizione mussulmana celebrati nel bel saggio di William Dalrymple su New Delhi (La città dei Jinn).
   Poco più in là c'è un'altra tomba famosa, quella del poeta Amir Khusrow (1253 -1325), che si dice abbia inventato alcuni strumenti della musica classica indiana come il sitar e la tabla.

CINEMA/ 'Lion', che noia se non fosse che sono passata con il treno per Kandwa

New Delhi, 9 marzo 2017

   Sono andata a vedere 'Lion', il film del debuttante australiano Garth Davis, basato su una storia vera, quella di Saroo, un trovatello indiano adottato nel 1987 da una coppia in Tasmania che da adulto si mette a cercare la sua famiglia di origine.  Nonostante i pareri positivi quasi unanimi dei critici cinematografici, a me non é piaciuto per nulla.
    A parte la straordinaria interpretazione del piccolo Sunny Pawar, prelevato da uno slum di Mumbai, l'ho trovato molto lento e pieno di stereotipi sull'India. La prima parte, quando Saroo arriva a Calcutta dopo essersi addormentato su una carrozza di un treno, descrive un po' forzatamente la vita degli orfani in India insistendo in particolare sugli abusi sessuali. Magari le condizioni degli orfanotrofi non sono rosee, soprattutto 30 anni fa al tempo della storia, ma mi sembra esagerato mostrare tutti quanti come degli 'orchi'. Che banalità la scena in cui un poliziotto, che sembra uscito da un filmetto di Bollywood, assiste passivamente alla 'cattura' di alcuni bambini alla stazione da parte dei 'cattivi'. Inverosimile è anche il modo con cui avviene l'adozione, Saroo viene mandato a una famiglia australiana che non ha mai visto.
   Ho l'impressione che il regista non abbia mai messo piede in India. Lo si vede da alcuni particolari, per esempio quando Saroo beve una bibita appoggiando le labbra alla bottiglia, nessun indiano lo fa, tutti bevono alla garganella.
    Nella seconda parte, invece quella in Tasmania, compare invece Dev Patel (famoso per Slumdog Millionaire), in versione sexy, che a un certo punto ha una crisi di identità. Soffre di allucinazioni, continua a rivedere la madre in una cava di pietra e il fratello maggiore che rubava il carbone per comprare il latte. Nella sua mente sono impressi alcuni particolari della stazione dove di notte è salito su quel maledetto treno che lo allontanato dal suo villaggio.
     Ma anche qui la narrazione è molto lenta e sofferta. Viene voglia di spingere il tasto 'avanti' del videoregistratore. Entra poi in scena Google Map (avrà sponsorizzato la produzione?) che di fatto gli permette di individuare il suo luogo di origine. A quanto pare, anche nella storia vera la ricerca viene fatta on line. Quindi capisco che è difficile raccontarla in un film.
   Il finale è disastro: quando Dev Patel/Saroo finalmente incontra la madre in una povera casa di fango, parte un applauso di tutto il villaggio. Sembra una puntata di Carramba Che Sorpresa. A questo proposito, leggo qui che la vera madre, Munshi, continua a fare la sua misera vita anche dopo la visita del figlio nel 2012.
   Insomma sono rimasta fino alla fine soltanto perché qualche settimana fa in treno sono passata nella stessa zona del Madhya Pradesh dove abitava Saroo e anche nella stazione di Kandwa dove è iniziata la sua odissea. Nelle prime immagini si vede infatti un pinnacolo di pietra su un monte vicino a Nashik (Maharashtra). Lo avevo fotografato dal finestrino del treno, è soprannominato Thumbs Up Pinnacle.

Il 'National Day' italiano torna il 17 marzo in grande stile

New Delhi, 6 marzo 2017

   Colpo di scena. L'ambasciata d'Italia a New Delhi ha deciso di celebrare la Festa nazionale il 17 marzo, anniversario dell'Unificazione, ritornando a una vecchia abitudine che risaliva a prima dell'incidente diplomatico con i marò del 2012.

   In realtà, anni fa, il National Day si festeggiava il 15 marzo, costringendo molti diplomatici a cercare il significato storico di quella data che ancora oggi rimane misteriosa. Mi sono sempre chiesta cosa c'era di male a celebrare il 2 giugno, Festa della Repubblica, come nelle altre sedi diplomatiche. A quanto pare a Delhi a giugno fa troppo caldo per tenere una reception nel parco dell'ambasciata.
   Negli ultimi cinque anni la Festa nazionale è stata sospesa o tenuta sottotono per via della crisi dei marò. Adesso che per fortuna le relazioni stanno lentamente tornando alla normalità, l'attivissimo ambasciatore Lorenzo Angeloni ha deciso di festeggiare la ricorrenza con una reception in grande stile. Vedo dall'invito che mi è stato recapitato a casa che ci sono una trentina di sponsor, da Ferrero a Campari (assenti Fiat e Piaggio). Immagino che di questi tempi non sia stato facile tirare sù così tante adesioni per finanziare il cocktail che si tiene nella residenza dell'ambasciatore.
   Per colmare la mia ignoranza sono andata a cercare informazioni sulla data del 17 marzo che nel 2011 è stata al culmine delle celebrazioni del bicentenario dell'Unità d'Italia. E' quando Vittorio Emanuele II ha proclamato al palazzo Carignano di Torino la nascita del Regno d'Italia (e si è autonominato re d'Italia). Certo è stata determinante per la nostra storia, ma io avrei preferito il 2 giugno anche con la canicola.

Alla scoperta di New Delhi 2/- La cappella della Nunziatura Apostolica e Nehru Park

New Delhi, 5 marzo 2017

    Per questa nuova puntata di 'Alla Scoperta di New Delhi'  ho scelto un percorso un po' bizzarro ma adatto alla stagione primaverile. Marzo è il mese dei fiori a Delhi, ma solo per un paio di settimane, poi arriva il gran caldo.
   A parte i diplomatici, pochi sanno che all'interno della Nunziatura Apostolica (l'ambasciata del Vaticano in  India e Nepal), situata a Chanakyapuri, c'è una cappella dove ogni domenica alle 10 si tiene la Messa. Di recente l'abside è stata decorata con dei vistosi mosaici che raffigurano santi e personalità della Chiesa indiana, compresi anche gli stessi diplomatici e perfino le suore che lavorano nella sede diplomatica.
Anche il giardino del complesso, negli ultimi anni, è stato arricchito di statue bronzee di santi e Papi, la maggior parte sono di Armando Benato, un italiano che vive in Thailandia e che è a capo di una importante fonderia artistica che si chiama Monzart Bronze Benny Line. All'ingresso in particolare troneggia un imponente San Pietro.
   Da qualche settimana si è insediato un nuovo Nunzio, il ragusano Giambattista Diquattro che ha preso il posto di Salvatore Pennacchio. Oggi, alla conclusione della funzione, da lui presieduta, si è tenuto un concerto di giovani violinisti filippini.
    Cambiando decisamente soggetto, sono andata dopo a Nehru Park, che è poco distante, per una passeggiata. Come ho detto prima, questa è la stagione migliore. All'ingresso del parco dedicato allo statista Jawaharlal Nehru e creato nel 1969 campeggia una grande statua di Vladimir Lenin. Penso che sia una delle poche effigi del leader comunista ancora rimaste in circolazione.
Leggo che la statua è stata inaugurata da Rajiv Gandhi e dal premier russo Nikolai Ivanovich Ryzhkov nel 1987 in occasione del 70esimo anniversario della rivoluzione di Ottobre. L'Urss si era appena sciolta ma i legami con l'India erano ancora saldi, come lo sono oggi. La statua è un punto di incontro per il partito comunista indiano.
   A Nehru Park ci sono spesso concerti di musica classica indiana o altre manifestazioni. Al momento della mia visita c'era un concorso floreale. 

Marò- Le 'post verità' del Giornale riemergono misteriosamente 2 anni dopo su Facebook

New Delhi, 2 marzo 2017

   Oggi un paio di amici dall'Italia mi hanno segnalato su FB  un articolo del Giornale datato 11 settembre 2015 che riprende la bufala del calibro dei proiettili misurati nell'autopsia sui cadaveri dei due pescatori Jelastine Valentine e Ajeesh Binki. Nel documento depositato (volontariamente) dagli indiani al Tribunale del mare di Vienna (Itlos)  ci sarebbero delle incongruenze.  L'anatomo patologo indiano ha infatti riscontrato che i due proiettili trovati nel cervello di Binki e nel petto di Jelastine hanno lunghezze e forme diverse.
   Uno, secondo il Giornale (che all'epoca aveva copiato da altre fonti) non sarebbe compatibile con il calibro usato dalle armi Nato in dotazione ai marò. Quindi questo scagionerebbe gli italiani dal sospetto reato di omicidio.
   Questa storia - che circola dai primi giorni dell'incidente perché un collega del Corriere aveva 'visto' i proiettili durante l'autopsia - è un tipico esempio di disinformazione o 'post verità' come si dice oggi. Non so perchè sia riemerso oggi dopo due anni.
   A parte i refusi madornali come i 23 'centimetri' di un proiettile, anche i bambini sanno che i proiettili, soprattutto quelli potenti, si deformano dopo che sono stati sparati. Io sono sono una esperta di balistica ma da quel poco che so è che l'unico modo per capire a chi appartenga un proiettile è di verificare la 'rigatura' impressa dalla canna. Di fatti è quello che hanno  fatto nella perizia balistica (sempre allegata nella stessa documentazione dell'Itlos) trovando che i proiettili trovati nei corpi dei pescatori e altri nello scafo del St Antony coincidono con due mitra sequestrati a bordo della Enrica Lexie. Che poi ci sia un dubbio su A CHI appartengano i due fucili, questo è un altro paio di maniche, come diceva mio nonno.
    Premetto che i due marò non sono mai stati processati e che quindi la loro innocenza o colpevolezza deve ancora essere provata. Tuttavia non posso notare come questo articolo dell'11 settembre 2015, riemerso curiosamente ora, sia veramente un 11 settembre del giornalismo italiano.