Boatworking, istruzioni per l'uso

Come funziona il boatworking? Si puo' trasformare una barca in un comodo ufficio galleggiante magari in un angolo di paradiso tropicale? Vivere come un Robinson Crusoe che ogni tanto si collega su Zoom?

Complice la pandemia, la crisi economica o l'effetto Nomadland, il lavoro da remoto e' diventato sempre piu' diffuso. Il salotto di casa e' diventato l'ufficio, la cucina e' la mensa e per la pausa caffe' si esce in giardino. Da due anni pratico il boatworking sulla mia barca a vela Maneki, attualmente nell'arcipelago delle Canarie, e sono quindi diventata una esperta in materia. Ecco qualche consiglio per i neofiti.

Le Bateau Atelier - Claude Monet, 1874 - Museo Kroller-Muller (Paesi Bassi)

Vantaggi del boatworking. Il vantaggio piu' evidente e' di lavorare all'aria aperta, in luoghi quasi sempre incontaminati e in assoluta tranquillita'. Oltre alla vista mare che e' sempre assicurata naturalmente. Inoltre, se si sta con la barca all'ancora non si deve pagare un affitto e neppure la bolletta della luce perche' ci sono pannelli solari o turbine eoliche a caricare i nostri apparecchi.

Svantaggi del boatworking. Non bisogna soffrire di mal di mare e abituarsi a scrivere o leggere con il dondolio. Anche nelle giornate di assoluta calma piatta, il desk e tutto quello che ci sta sopra non sono mai immobili. Per le videoconferenze puo' essere un problema, meglio usare sempre uno sfondo virtuale. L'ambiente marino, inoltre, e' ostile per qualsiasi gadget elettronico, quindi bisogna usare extra cautela quando si scende o si sale dalla barca o quando si arriva davanti alla tastiera dopo un tuffo. D'estate puo' essere un problema il caldo, a meno che non si usi un tendalino in pozzetto per creare un po' di ombra. Ma il problema piu' grosso, secondo la mia esperienza, e purtroppo spesso ignorato quando si sceglie il boatworking, riguarda la corrente elettrica. Le batterie di una barca, come quelle dell'auto, generano corrente continua (12 volt) e non alternata (220/230 volt) come a casa. Le batterie, di solito tre, due di servizio e una esclusiva per il motore, si caricano con i pannelli solari, turbine a vento o con il motore. Non c'e' una presa elettrica normale, ma una presa accendisigari come quella montata sulle auto.

Che cosa serve per fare boatworking

Consiglio di non usare prodotti troppo sofisticati o costosi perche' ci sono troppe insidie su una barca a vela. Il computer portatile deve essere robusto, sia come struttura che dal punto di vista dell'alimentazione per sopportare eventuali sbalzi di tensione. Meglio avere un mouse esterno e anche una tastiera esterna, piu' grande e comoda da usare. Sconsiglio il computer da tavolo perche' funziona solo quando si e' attaccati alla corrente alternata in marina. Ovviamente poi ci vuole il wifi e a questo proposito suggerisco un modem portatile, come quello che ho sulla mia barca, una 'saponetta' di Vodafone Spagna con un piano di gigabytes illimitato da 45 euro al mese (e' caro ma li vale tutti).Io lavoro sul piccolo tavolo da carteggio e a volte sul tavolo della dinette, piu' comodo. La mia barca e' un Jeanneau di 9 metri, lo spazio non e' enorme ma sufficiente per una persona. Se a fare il boatworking siete in due consiglio una barca di almeno 10 metri. Altro problema e' la luce: e' quasi impossibile vedere lo schermo quando si e' in pieno sole seduti nel pozzetto, quindi si lavora di solito all'interno con gli oblo' oscurati.

Per chi fa boatworking e' assolutamente importante curare tutti gli aspetti legati all'alimentazione elettrica. Non e' come a casa che basta innestare una spina nella presa a mura per avere corrente illimitata h24. Le batterie della barca sono a corrente continua (12 volt) e sono alimentate da pannelli solari (quando c'e' sole), turbine a vento (quando c'e' o si produce vento) oppure dal motore (quando lo si accende). Se si e' all'ancora, il nostro lavoro dipende da queste fonte di energia. Se si e' in marina non ci sono problemi perche' ci si connette alla rete elettrica.

Il problema non e' solo l'approvigionamento, ma anche come caricare gli apparecchi elettronici con la corrente continua a 12 volt. E' un aspetto pratico spesso trascurato o di cui spesso non eesistono soluzioni. Per lo smartphone, il modem o tablet basta connettere il cavetto USB alla presa accendisigari (alcune di queste sono gia' predisposte con multiple uscite USB). Per il computer portatile invece ci vuole invece un caricatore apposito a 12 volt oppure bisogna riadattarne uno tenendo conto tutte le caratteristiche tecniche come l'amperaggio di entrata e uscita.

Per caricare il laptop si puo' usare anche un invertitore di corrente da 12 volt a 220/230 v. E' una scatola un po' rumorosa che assicura corrente alternata, non per lunghissimi periodi perche' scarica facilmente le batterie, ma per le emergene va bene. Se per qualche motivo non si riesce a caricare il laptop o il modem, l'estrema soluzione e' ovviamente andare a terra a cercare una presa elettrica in un bar o ristorante, oppure la sala lettura di una biblioteca pubblica (l'unico problema sono gli orari a volte limitati). In questo caso armatevi di borse waterproof oppure di barilotti stagni per il trasbordo.

Ultimo consiglio per il boatworking e' usare uno sfondo virtuale per le videochiamate evitando che i colleghi vi chiedano perche' dondolate cosi' tanto davanti allo schermo.