TREKKING/ Tour dell'isola Graciosa in due tappe

La Graciosa (Lanzarote), 20 giugno 2020

    La Graciosa, l'ottava isola dell'arcipelago delle Canarie, la più piccola e per fortuna non cementificata, e' perfetta per escursioni a piedi o in bicicletta (se mai riapriranno i negozi di locazione delle biciclette ora chiusi per il Covid19). Con i suoi circa sette km di lunghezza e tre km di larghezza la si può percorrere in un giorno. Volendo ci sono anche delle salite per la presenza di quattro "picchi", di circa 200 metri di altezza. 
Per i suoi colori il paesaggio mi ricorda quello del Ladakh, il "piccolo Tibet" nel nord dell'India. Un deserto variopinto puntellato qua e la' da cespugli secchi di euforbia e altre piante grasse. L'erosione del vento e delle onde ha modellato le scogliere con bizzarre geometrie mentre la maggior parte dell'interno sono dune di sabbia. Anche i fondali sono multicolore e riflettono mille tonalità di blu e verde nell'acqua cristallina. Su questo sfondo spicca una macchia bianca e blu, sono le case del porticciolo di Caleta del Sebo. Sembra un po' una architettura cicladica. Le strade non sono asfaltate e quando passano i taxi-jeep sollevano un gran polverone. 
Il nome "La Graciosa" e' azzeccato. Pare che a chiamare l'isola cosi' sia stato il conquistatore normanno Juan de Bethencourt, colui che a partire dagli inizi del 1400 guido' una serie di spedizioni per occupare militarmente l'arcipelago. Da questo personaggio discendono molte stirpi di famiglie canariote e anche un paese, Betancuria, a Fuerteventura. 
IL SUD: da Playa Francesa a Caleta del Sebo
La prima passeggiata, circa 3 ore, inizia da Playa Francesa, dove sono ancorata con la mia barca a vela Maneki, e termina nel porticciolo di Caleta del Sebo passando per la montagna Amarilla, che deriva il suo nome dal'argilla gialla con cui e' fatta. La vista che si gode dalla cima e' sul Canale del Rio, striscia di mare larga 1,2 km che divide La Graciosa dall'isola maggiore di Lanzarote.
L'orizzonte a sud e' chiuso da muraglia di lava, una massiccia scogliera nera a picco sul mare, "opera" dell'ultima eruzione che cambio' la fisionomia di Lanzarote. A ovest due faraglioni si ergono all'ingresso dello stretto. Quando si scende dalla montagna Amarilla, per un sentiero che sembra uno scolo di acqua piovana, si arriva sul lato orientale  dell'isola e da qui si segue la strada per alcuni chilometri fino all'incrocio per il villaggio di Pedro Barba e per Playa de la Conchas. 
IL NORD: Da Caleta del Sebo - Playa de las Conchas - Caleta del Sebo
La seconda camminata e' più lunga, circa 4-5 ore, ma e' tutta in piano. Al punto di partenza, al porticciolo di Caleta del Sebo, sono arrivata con il kayak. Dopo una sosta all'unica panetteria del paese, mi sono incamminata verso l'interno lungo un sentiero che passa tra due cucuzzoli, la Montana del Mojon e la Agujas Grandes e che termina nella splendida Playa de las Conchas (la spiaggia delle conchiglie), una distesa dorata di mezzo chilometro con sfondo di argilla rossa.
Da qui si possono ammirare le altre  isole (disabitate) dell'arcipelago Chinijo, la riserva marina di cui fa parte anche La Graciosa. Il sentiero riparte poi dalla Montana Bermeja (volendo si puo' salire in cima) e arriva sulla costa meridionale che si affaccia sul Canale del Rio. Si segue la "strada" principale, uno sterrato di sabbia, per un paio di ore, un po' faticoso se come nel mio caso ci si trova nelle ore piu' calde.
La prossima tappa e' il villaggio di Pedro Barba, circa venti case vacanze, sagomate nelle rocce e con dei giardini di cactus. C'e' anche il resto di un porticciolo, sembra una antica fortificazione. A causa del Covid19, il villaggio e' deserto, sembra quasi abbandonato, il che lo rende ancora più' suggestivo. Da Pedro Barba si continua lungo costa, seguendo la scogliera di lava attraverso un piccolo sentiero che sembra franare da un momento all'altro, fino a ritornare al porticciolo di Caleta del Sebo.  

LA FOTO/Bristol Channel Pilot Cutter, quando la vela era un mestiere

La Graciosa, (Lanzarote), 18 Giugno  2020


   Questo bellissimo veliero d'epoca e' stato per un paio di giorni "mio vicino" a playa Francesa (Sud di La Graciosa) dove ero ancorata con la mia barca a vela Maneki.  Si chiama Annabela J ed e' una replica di un Bristol Channel Pilot Cutter, veloci e affidabili "pilotine" che nel XIX secolo assistevano le navi commerciali nel canale di Bristol, notoriamente pericoloso per le correnti di marea.
Ho scoperto la loro storia e il mestiere dei 'pilots' free-lance britannici in questo documentario di Bbc Four : https://www.youtube.com/watch?v=laXCAs053RY

Canarie a vela/La Graciosa, l'isola risparmiata dal Covid (ma che non riesce a uscire dal lockdown)

La Graciosa (arcipelago delle Canarie), 10 Giugno 2020

    E' uno dei pochi luoghi in Europa risparmiati dal coronavirus. L’isola de La Graciosa, la più piccola dell’arcipelago spagnolo delle Canarie, non ha avuto nessun caso di Covid. La pandemia non e' arrivata in questo lembo di territorio vulcanico a nord est di Lanzarote popolato da circa 700 persone e da circa una decina di palme. Sara' la esigua popolazione oppure l'energia delle rocce policrome, oppure ancora la forza degli alisei dell'oceano Atlantico che modellano il suo profilo, chissà perché la pestilenza qui non e' arrivata con i turisti, come e' successo nel resto dell'arcipelago. Alle Canarie i casi sono confermati sono 2379 (di cui due terzi a Tenerife), i morti 161 e gli infetti attuali 122. Come nel resto della Spagna il virus si e' molto indebolito e da una settimana circa non si registrano nuovi contagi.
    Grazie alla sua peculiarità, la Graciosa e' uscita in anticipo dal lockdown anche se rimane in vigore lo stato di allerta e quindi il divieto di ingresso nei porti per le barche da diporto. Ma nonostante la libertà di movimento, l'isola sembra ancora in quarantena.
    Le sue spiagge, di sabbia gialla che somiglia a quella del Sahara, sono desolatamente vuote. Prima della crisi erano meta di centinaia di gitanti che arrivavano ogni giorno con il traghetto dalla vicina Lanzarote, I ferry continuano ad arrivare dal Orzola, oltre lo stretto, ma portano solo qualche residente che e' andato a rifornirsi di cibo nei supermercati piu' economici di Lanzarote. Ristoranti, pensioni e negozi di affitta bici sono chiusi. 
Nel porto di Caleta del Sebo le barche charter arrugginiscono, ci sono kayak ammassati uno sull'altro. Una vista un po' spettrale. Durante l'ora della siesta quando anche la panetteria e la ferramenta, unici negozi a parte due piccoli supermercati, hanno le serrande abbassate, sembra un villaggio fantasma stile "the day after". L'assenza di strade asfaltate, vanto de La Graciosa che e' inserita in un parco marino, rende ancora più suggestiva questa immagine di un posto dove il tempo si e' fermato.

   La baia di Playa Francesca dove mi trovo all'ancora con la mia barca a vela Maneki e' in tempi normali frequentata da decine di barche e motoscafi. L'arenile di sabbia gialla, di solito pieno di ombrelloni, e' pero' vuoto. Quando arrivo con il mio kayak ho l'impressione di un naufrago che sbarca su una isola deserta.
   Pero' proprio grazie all’emergenza sanitaria, La Graciosa e l’arcipelago Chinijo, la più grande riserva marina d’Europa, sono tornati a essere quel paradiso naturale che era prima dell’apertura al turismo di massa.

IL LIBRO - Perle di saggezza da Robinson Crusoe

La Graciosa, 10 Giugno 2020


"In poche parole, dopo giusta riflessione la natura e l'esperienza mi insegnarono che tutti i beni di questo mondo hanno valore solo se ci e' dato di farne uso, e che qualsiasi cosa accumuliamo, anche per darla agli altri, ha valore solo nella misura in cui ci e' dato di farne uso"

Daniel Defoe,  Le Avventure di Robinson Crusoe   (1719)

SLOW SAILING/ Da Gran Canaria a La Graciosa (approfittando di una pausa degli alisei)

Isola La Graciosa (Lanzarote), 6 giugno 2020   

    L'occasione era ghiottissima e l'ho colta al volo: una intera settimana senza gli alisei, i venti da nord-est che sono prevalenti alle Canarie e che permettono di attraversare l'oceano Atlantico. Per via di una bassa pressione sulle coste africane, il "solito" anticiclone delle Azzorre ha lasciato il posto a deboli venti da Sud-Ovest, perfetti per "salire" al Nord. I miei vicini di ancoraggio a Pasito Blanco (sud di Gran Canaria) e compagni di quarantena ne hanno approfittato per tornare in Europa, io invece sono partita all'alba di martedi' 2 giugno all'esplorazione dell'arcipelago canario raggiungendo nella notte tra mercoledi e giovedi' la più' piccola delle otto isole, La Graciosa, a nord di Lanzarote.
    E' stata una navigazione facile, grazie appunto al vento portante e anche delle onde, mai più di un metro. Da Pasito Blanco a Playa Francesa (sud di La Graciosa) ho percorso 124 miglia marine (dal mio log, quindi distanza su acqua) in circa 44 ore (linea ROSSA nella mappa qui sotto). Di giorno il vento era sui 10-12 nodi, di notte purtroppo scendeva quasi a zero costringendomi quindi a lunghe e estenuanti soste. Per via dell'eccessivo rollio ho usato il motore, per circa 5 ore in totale. In particolare ho navigato a motore le ultime 10 miglia perché ero stanca e volevo arrivare all'ancoraggio. E' stato il mio viaggio più lungo da sola, e la prima volta che mi metto alla prova su una tale lunghezza. 
    Per lunghi tratti ho navigato "a farfalla" di poppa piena dopo aver tangonato il genoa. Per fortuna Maneki e' molto stabile in questa andatura e quindi il pilota reggeva benissimo la rotta anche quando il vento scendeva a 6 o 7 nodi, Avanzavo piano ma avanzavo. Il vento più sostenuto e' stato nel canale tra Gran Canaria e Fuerteventura e poi lungo la costa di Fuerteventura, ma forse soltanto perché era pomeriggio. Poi puntuale dopo il tramonto il vento si riduceva fino a sparire di notte.
   L'unico ostacolo e' stato la Zona di Separazione del Traffico tra Gran Canaria e Fuerteventura, dove passavano i cargo e che doveva essere attraversata a 90 gradi.  E l'unico rischio e' che dopo Morro Jable (Fuerteventura) non ci sono molti "porti rifugio", soltanto Playa Blanca (sud Lanzarote) a 50 miglia di distanza. Sulla costa orientale di Lanzarote non ci sono ne' porti ne' luoghi di ancoraggio, sono tutti sul versante occidentale. Quindi e' stata una navigazione tutta nella "natura", estremamente piacevole per il panorama e per la costante presenza di delfini.  In una pausa del vento ho anche fatto il bagno nelle profonde acque dell'oceano.
   Per il primo tratto sono stata 'accompagnata' da un Beneteau 50 di una coppia americana, come si vede in questo video.

   E' stato anche abbastanza facile trovare l'ancoraggio (grazie alle carte Navionics) a Playa Francesa, una grande baia che e' un popolare punto di passaggio per chi va e viene da Europa. Non mi piace ancorare di notte, soprattutto quando non conosco il posto, ma ero troppo stanca, Nella baia c'erano un veliero e un catamarano, quest'ultimo senza luce di segnalazione in testa d'albero, Ma per fortuna la luna, quasi piena, mi ha guidato al sicuro...