Bombay, le meraviglie dello scompartimento per signore


Mumbai o Bombay come la chiamano ancora pochi affezionati è una città che amo molto. Forse perché non ci abito, mi ha detto un giorno un “mumbaite”. Nei tre giorni in cui sono stata per intervistare la direttrice di Grazia India e per visitare Film City, ho avuto occasione di prendere spesso il treno da Church Gate o dal Victoria Terminal, ribattezzato CST ovvero Chattrapatty Shivaj Terminal. Era la prima volta e già temevo di appendermi alla porta dal di fuori come ho visto tante volte alla televisione. Pare che ogni anno a Bombay 4000 pendolari muoiono cadendo tra i binari. Invece nulla di tutto ciò neppure nelle ore di punta. E’ un lusso però riservato solo alle donne. I primi vagoni sono infatti “ladies only”. E’ incredibile che, anche quando nel vagone a fianco sono come sardine, la separazione è rispettata. Come alla toilette, nessuno oserebbe entrare nella parte sbagliata.
Anche gli scompartimenti per sole signore sono affollati a volte, non c’è mai ressa come nel resto del treno. Non c’è la tensione di sentirsi pizzicare il sedere o palpare i seni. Anche quando si sta spalla a spalla, c’è un’atmosfera diversa, fatta di lunghe occhiate curiose e maliziose, ma con un senso di complicità di chi condivide il comune destino di abitare in una incasinatissima metropoli di 15 milioni di abitanti. Ci sono le signore della buona borghesia, studentesse, domestiche che hanno appena finito la giornata di lavoro e impiegate in “sari da ufficio” che tornano a casa da un marito o dai figli e che appena si siedono si addormentano con la testa che ciondola in avanti. Ai muri ci sono manifesti di corsi di arte domestica e di cucina dove si insegnano tutti i piatti regionali. Dopo un po’ il vagone profuma di gelsomino e di spezie. Ogni tanto sale una venditrice ambulante di fermagli per capelli e bindi che diventa subito preda dell’attenzione generale. Nessuno guarda dal finestrino un panorama che forse hanno già visto migliaia di volte. Non ho mai conosciuto donne più vezzose che le indiane. Nessuna di loro uscirebbe mai senza trucco o gioielli, come invece faccio io. Mentre andavo all’aeroporto (mezzora da Colaba a Santa Cruz e poi 15 minuti di risciò) è salito un cieco che vendeva astucci e kit per il cucito. Era da solo e teneva la sua mercanzia stretta sul petto. Con le mani ogni tanto controllava che ci fosse tutto. Le signore sembravano molto interessate. Due di loro hanno esaminato una bustina, controllato la cerniera, mentre altre frugavano tra la mercanzia. Sempre con l’aiuto delle mani, il venditore individuava l’oggetto richiesto e diceva quanto costava. Prima di scendere, ho visto una donna infilare nelle sue mani due banconote da 10 rupie in cambio dell’ astuccio che aveva esaminato prima. Lui le ha prese e lentamente le ha infilate nella camicia. L’ho osservato estasiata anche quando ero ormai scesa dal vagone per signore. Ladies only….

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