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Rio 2016, l'India porta a casa solo due medaglie, ma 'rosa'

New Delhi, lunedì 22 agosto 2016

     Cala il sipario su Rio e l'India fa i conti con le scarse performances del suo contingente di 118 atleti, che è stato il più grande che si sia mai qualificato per le Olimpiadi. Come ho già scritto (vedi qui), la situazione è a dir poco drammatica per la seconda nazione più popolosa del mondo e che che ha superato la Cina per crescita del Pil. Nel carniere dell'India ci sono solo due medaglie, l'argento di PV Sindhu nel badmington femminile e il bronzo di Sakshi Malik (wrestling femminile). Due giovani donne che sono diventate delle eroine nazionali insieme alla ginnasta Dipa Karmakar, arrivata in finale, un successone dato che era la prima indiana a gareggiare alle Olimpiadi nella ginnastica artistica.

   A Londra 2012 l'India aveva incassato ben sei medaglie (ma nessun oro) raddoppiando il suo medagliere di Pechino 2008. Molti pensavano che il trend positivo potesse continuare e invece da Rio sono arrivate molte delusioni nelle discipline favorite dagli indiani, soprattutto il tiro a segno. Il tiratore Abhinav Bindra , l'unica medaglia d'oro individuale dell'India, non è riuscito a mantenere le promesse. Probabilmente l'India ha pensato di poter emulare Londra con gli stessi atleti, ma non tutti sono come gli intramontabili Bolt o Phelps... Anche dal tennis e sollevamento pesi sono arrivate delusioni nonostante le aspettative.
    Il trio femminile Malik, Sindhu e Karmakar ha quindi salvato l'onore dell'India e per il fatto che sono giovani donne e atlete 'fai da te', sono state osannate dall'intera nazione. Sono state anche premiate dal presidente della Repubblica con un riconoscimento che si chiama Khel Ratna. Avranno molto probabilmente sponsor e attenzione dei media per un po' di tempo. Ma lo sport in India, a parte il cricket, continua a rimanere una 'cenerentola'.
   Ho letto qui che nel caso della Gran Bretagna, che a Rio ha vinto un numero record di medaglie,  queste ultime sono state direttamente proporzionali al budget dello sport. Il Guardian ha calcolato che ogni medaglia è costata ai contribuenti britannici sette milioni di dollari.
   Con un serbatoio di 400 milioni di giovani (contro i 18 milioni in UK), l'India dedica al settore dello sport solo un terzo di quello che spende Londra.
   Ma secondo me non è solo una mera questione di denaro, ma di un contesto sociale in grado di sostenere gli atleti e incentivare le passioni sportive. Sono sicura che ora che si sono spente le luci a Rio, gli atleti olimpici indiani finiranno nel dimenticatoio per i prossimi quattro anni.

PS La foto del premier Narendra Modi e PV Sindhu è del 28 agosto quando il team olimpico è stato ricevuto nella residenza ufficiale del primo ministro a Race Course

Rio 2016 - Lo strano (e drammatico) caso dell'India

New Delhi, 5 agosto 2016

   L'India sarà a Rio con un contingente di 119 atleti in 15 discipline, il più grande mai arrivato alle Olimpiadi. Tra questi c'è anche Dipa Karmakar, la prima ginnasta indiana ad andare ai Giochi e Duti Chand, la prima centometrista a qualificarsi dopo 36 anni.  Se c'è qualche speranza di salire sul podio arriverà però dal tiro a segno o dal doppio misto di tennis (con Sania Mirza), le poche specialità olimpiche in cui l'India ha dei campioni.
   Ad ogni nuova Olimpiadi ci si chiede come è possibile che una nazione di 1,2 miliardi di persone abbia delle performances così scarse.  Il collega Justin Rowlatt della BBC ricorda impietosamente che la seconda nazione più popolosa ha il numero più basso di medaglie procapite.
   A Londra 2012 l'India si aggiudicò sei medaglie (un record), l'equivalente di una per ogni 200 milioni di abitanti. Ma tra queste nessun oro. L'unica medaglia d'oro individuale mai vinta dall'India risale al 2008 nella carabina a 10 metri con  Abhinav Bindra. Una disciplina che - voglio ricordare -  è molto elitaria.
   E' troppo facile spiegare questa lacuna con la mancanza di soldi o di strutture sportive. Negli anni Ottanta l'India aveva vinto un oro con il cricket su prato dove erano leader indiscussi. Erano anni di miseria e di fame. Nell'ultimo decennio il Pil è cresciuto a un ritmo del 7% eppure l'India continua a non produrre sportivi, a parte i giocatori di cricket, dove invece ci sono i campioni.
    Aver ospitato i Giochi del Commonwealth nel 2010 a new Delhi non sembra aver contribuito a questa letargia sportiva.  Sono rimaste le piste di atletica e le piscine olimpioniche, ma sono difficilmente accessibili al pubblico a causa dell'ottusità degli enti che li gestiscono. I genitori preferiscono mandare i figli a lezione di matematica e il governo sembra più interessato a promuovere lo yoga che l'atletica. Gli atleti professionisti sopravvivono grazie alle loro famiglie, agli sponsor oppure alle charity come nel caso della sprinter Duti Chand, sostenuta da un'associazione che si chiama Anglian Medal Hunt Company e che si occupa appunto di finanziare potenziali campioni.
   Il premier Narendra Modi, che è uno che ci tiene all'immagine internazionale dell'India, si è vantato annunciando un aumento consistente del budget per l'allenamento degli atleti. ha anche detto che la squadra è stata inviata 15 giorni prima per acclimartarsi (data anche la distanza). Ho poi letto una cosa clamorosa, che la dice lunga sullo stato dello sport indiano, cioè che i funzionari che accompagnavano gli atleti percepivano uan diaria di 100 dollari al giorno, il doppio di quella degli atleti. Che piaccia o no...c'è voluto il solito Modi per eliminare questa discriminazione.