Super elicotteri italiani per Sonia Gandhi?


A Defexpo 2010 ancora in suspense la fornitura degli Agusta VVIP
Fa sempre un certo effetto andare alla fiera degli armamenti di Delhi, diventata ormai una dei più importanti appuntamenti dell’Asia per la quantità enorme di soldi che il Paese del Mahatma Gandhi intende spendere nei prossimi dieci anni. Si parla, infatti, di 200 miliardi di dollari. Non oso neppure immaginare che cosa si potrebbe fare per la povera gente con quella somma. Ma l’esercito qui ci vuole, non solo per combattere il Pakistan, ma soprattutto per resistere alla Cina che preme ai confini himalayani. L’India ha uno degli eserciti più grandi del mondo, ma anche il più smandruppato. Le caserme sono delle tendopoli protette da recinzioni di bambù come quell’assaltata mercoledì in Bengala Occidentale dai maoisti che hanno ammazzato 24 soldati praticamente senza incontrare resistenza. I giornali hanno detto che la base era un “picnic spot”. Il dramma è che in realtà sono tutte così.
A Defexpo 2010, quest’anno un po’ disorganizzato per via dei lavori di ristrutturazione della fiera Pragati Maidan, hanno partecipato come sempre tutti i big dell’industria mondiale della difesa per far vedere il fior fiore dell’ultima tecnologia in fatto di cannoni, carri armati, razzi e mitragliatori. C’erano persino i pacifici svizzeri con i loro coltelli Victorinox. Grande protagonista del salone, l’elettronica con tutta una serie di aggeggi per il “soldato del futuro”, tipo i marines in Iraq o Afghanistan. Mi venivano in mente in poveri “jawans” in ciabatte massacrati dai guerriglieri maoisti, anche loro in ciabatte, naturalmente. Certo, qui c’è parecchio da fare e da vendere.
L’Italia era presente in grande spolvero con un mega stand di Finmeccanica e delle sue controllare tra cui gli elicotteri AgustaWestland. I manager italiani avrebbero voluto ufficializzare la vendita di 12 elicotteri AW 101 VVIP, ma a quanto pare il governo indiano non ha voluto. Perché? Nessuno lo sa….Secondo me è perché il super elicottero (gli americani lo volevano per rimpiazzare il Marine One di Obama, ma poi è arrivata la crisi…) serve a trasportare il premier, la presidente e molto probabilmente anche Sonia Gandhi, che è quella che ha più esigenze in materia di sicurezza. La faccenda è quindi sensibile…Madam che viaggia su costosissimi elicotteri italiani….mmm. Meglio aspettare che si spengano i riflettori della stampa su Defexpo 2010…
Intanto per la felicità degli aspiranti top gun, il consorzio italo-francese-spagnolo-austriaco-britannico e saudita di Eurofighter ha portato al salone un simulatore di volo che è una versione semplificata di quello usato per l'addestramento dei piloti. In ballo, si sa c’è la “madre di tutte le commesse”, 126 cacciabombardieri, che da ormai circa 8 anni devono essere aggiudicati. Il caccia europeo Typhoon è ben piazzato. Me l’hanno fatto provare. Non vorrei dire una bestialità, ma sembra di guidare uno scooter talmente è maneggevole. Avrei dovuto centrare con un missile una portaerei al largo delle coste britanniche, ma l’ho mancata per un pelo. L’atterraggio è però difficile, quasi tutti, me compresa, si sono schiantati appena toccata terra…

2 commenti:

corrado colomo ha detto...

Sono stato per la prima volta in India 25 anni fa. Ero reduce da un periodo di servizio come ufficiale di complemento negli Alpini, e un viaggio in un paese in cui nulla fosse "allineato e coperto" era quello che mi ci voleva. Ero però fresco dei ricordi di quello che era all'epoca uno dei corpi di eccellenza dell'esercito italiano. In Ladhak, per puro caso, feci la conoscenza di un ufficiale dell'esercito indiano, che comandava una compagnia di élite distaccata oltre la famosa linea invalicabile a nord di Lhe, con compiti di sosrveglianza ed eventuale primo intervento nel caso di una incursione dell'armata cinese (il ricordo degli ultimi sconfinamenti era ancora relativamente recente). Rimasi sconcertato. Il livello di addestramento era praticamente a zero, l'equipaggiamento meno che primitivo, paragonabili ai residuati pre - prima guerra mondiale che avevo visto nei depositi storici della Brigata Alpina Julia, gli strumenti e i processi di motivazione dei soldati inesistenti. Unica eccezione alcuni ufficiali, che credo appartenessero a corpi speciali o ad altri servizi dello stato, che accompagnavano i reparti, relativamente colti, forti di unorgoglio nazionalista non ancora sopito, e, apparentemente, con un diverso livello di preparazione. Ricordo che mi chiesi come fosse possibile anche solo immaginare di poter fronteggiare una colossale potenza militare come quella cinese degli anni '80 con quei mezzi.
Immaginavo che nel frattempo le cose fossero cambiate, che l'India dell'ipertecnologia e della presenza nei mercati mondiali delle telecomunicazioni avesse trasformato il suo esercito, come é avvenuto più o meno in tutto ilmondo, in una struttura più snella, preparata, equipaggiata e motivata, in termini sia sociali che professionali.
Apprendo invece che é rimasto un esercito vasto, mal preparato e male equipaggiato, insomma, per dirla cinicamente, un serbatoio di carne da cannone. Ma é possibile che non abbiano capito che in un'era in cui la guerra o é guerriglia casa per casa oppure é ipertecnologia satellitare la carne da cannone non serve più? Non ci credo, gli Indiani sono colti ed intelligenti, credo piuttosto che la drastica riduzione di una sorta di, se pur misero, sussidio diffuso a favore di una concentrazione delle risorse economiche impiegate in una struttura ridotta e professionale provocherebbe contraccolpi sociali di portata incontrollabile.

Maria Grazia Coggiola ha detto...

Caro Corrado,
sì hai perfettamente ragione. Questo Paese ha le capacità, ma per ora la priorità è di riempire tutte le pance. Certo è che gli indiani oggi hanno assolutamente bisogno di modernizzare le loro forze armate, soprattutto per affrontare la minaccia del terrorismo.