Modi e l'industrializzazione dell'India

New Delhi, 26 settembre 2014

Il primo ministro Narendra Modi, attorniato da una schiera di potenti industriali e suoi sponsor elettorali, tra cui Mukesh Ambani e Tata (rappresentato da Cyrus Mistry), ha illustrato oggi la sua idea di India nei prossimi anni in cui sara’ al potere. (qui il video integrale)
Piu’ fabbriche per creare lavoro, piu’ strade e “corridoi” industriali per trasportare le merci e meno burocrazia per attirare gli investitori stranieri che negli ultimi anni sono scappati a gambe levate.
Il nuovo mantra e’ "Make in India", che lui stesso ha lanciato il 15 agosto quando con indosso un turbante del Gujarat ha parlato dal Forte Rosso per il giorno dell’Indipendenza. "Make in India" e’ la campagna del governo che si concentra su 25 settori dove le porte saranno spalancate per tutti gli imprenditori.

Mentre in passato, le imprese avevano enormi difficolta’, si pensi ai permessi ambientali che hanno rallentato mega progetti, come quello dell’acciaieria Posco in Orissa, adesso Modi promette di stendere un tappeto rosso.
L’India polo mondiale manufatturiero come la Cina . Il logo della campagna e’ un leone, il simbolo preferito di Modi, che arriva dal Gujarat, guarda caso dove sorge la riserva di Gir, l’unico posto dove ci sono i leoni asiatici.
Il video promozionale mostra ingranagggi, ciminiere, treni che sfrecciano e razzi che vanno nello spazio, come Mangalayaan, che e’ arrivata come una ciliegina sulla torta. Cosa ci voleva di piu’ per ripristinare la fiducia nelle proprie capacita’?
Gia’ mi immagino colate di cemento e paurosi scempi ambientali. Nessuno al Vigyan Bhawan, dove si e’ tenuto il convegno, ha pronunciato nemmeno per un attimo il problema gigantesco del trattamento delle acque, la tutela delle coste e del mare, la preservazione di ecosistemi. Senza citare l’inquinamento atmosferico delle metropoli, i pesticidi e i fiumi fogna tipo la Yamuna.
L’obiettivo della campagna Make in India e’ di far crescere il settore manufatturiero dal 16% al 25% del Pil. Possibile, ma sostenibile? Un accelerazione del genere, in un Paese cosi’ grande, avrebbe un costo enorme in termini ambientali.
In Occidente questo disastro lo abbiamo gia’ sperimentato e ne stiamo pagando ora il prezzo sul clima del pianeta.
Questi sono i pensieri che mi frullavano per la testa quando sono uscita dal Vigyan Bhawan. Poi, mentre tornavo al parcheggio, ho visto una grossa scimmia che indisturbata passeggiava tra la folla. Ho sorriso e tra me e me ho pensato che niente paura... sono ancora in India.

Modi alla Cnn/Come si dice in India, chi è senza peccato....

New Delhi, 21 settembre 2014

Oggi ho visto sulla Cnn la prima intervista del premier indiano Narendra Modi a un media internazionale. Ha scelto la Cnn perché tra pochi giorni andrà negli Usa per l'assemblea generale dell'Onu e per incontrare Barack Obama.
Il leader del Bjp è ormai completamente riabilitato dagli americani che fino a poco tempo fa lo avevano messo sulla lista nera per i massacri di mussulmani in Gujarat. La memoria storica degli americani si sa è corta e comunque nessuno ha mai provato la responsabilità diretta o indiretta di Modi negli incidenti del 2002. Tutto dimenticato. 
Nell'intervista di Fareed Zakaria non ci sono domande imbarazzanti o difficili. Modi è a suo agio e va a ruota libera. Preso dal fervore patriottico attribuisce alla ricca tradizione indiana anche la massima evangelica "lanci la prima pietra chi è senza peccato". Non vorrei sbagliarmi, ma forse il detto appartiene a qualche altro.
Non sicura di aver sentito bene, sono andata a cercare la trascrizione del passaggio in questione, mentre qui c'è l'intervista integrale 


Fareed Zakaria: With regard to Russia's action in Ukraine. India has not been particularly active. Do you, how do you view Russia's annexation of the Crimea.


Prime Minister Narendra Modi: Firstly, whatever happened there, innocent people died in a plane accident. That's very saddening. These are not good things for humanity in this age. We have always expressed those views. There is a saying in India that the person who should throw a stone first is the person who has not committed any sins. In the world right now, a lot of people want to give advice. But look within them, and they too have sinned in some way. Ultimately, India's view point is that efforts need to be made to sit together and talk, and to resolve problems in an ongoing process.

Il posto piu' cool di New Delhi? Social a Hauz Khaz, meta' ufficio e meta' disco pub

New Delhi, 20 settembre 2014
Il posto più cool di New Delhi? Senza dubbio Social, il nuovo locale di Hauz Khaz Village, il quartiere bohemienne della capitale diventato da qualche anno il luogo di incontro e divertimento per giovani e stranieri.
   A quanto ho capito, Social è una caffetteria e ristorante che di sera si trasforma in disco pub. Il principio è di creare un luogo di incontro “off line” (vedi la pubblicita’qui). Quindi grandi tavoli dove ci si siede insieme, salottini, wi fi, prese per la corrente, salette piu’ appartate e ovviamente anche dei banconi bar.
Dalle finestre si vede il laghetto artificialedi Hauz Khas e le tombe dei sultani. Il posto è un dei più belli di New Delhi secondo me. E mi chiedo come possano avere avuto il permesso di aprire dei locali, praticamente a fianco di rovine dell XIII secolo.
   Onestamente non mi piace il modo in cui si si sta trasformando Hauz Khaz Village, ma ammetto che il Social è veramente trendy e lo è anche la gente che lo frequenta. E’ la nuova e giovane India, ovviamente quella ricca, ma che nessuno racconta perché di questo Paese purtroppo si raccontano sempre i soliti stereotipi.
   L’idea del fondatore, Riyaaz Amlani, e’ seguire il nuovo trend del co-working che, complice la crisi economica e grazie a internet, sta rivoluzionando il nostro modo di lavorare. Basta con l’ufficio, si puo’ lavorare al bar insieme ad altri “colleghi” casuali.
   Io stessa, inconsapevolmente, lo pratico da anni. Quante ore ho passato al Barista o a Open Hands (alla scuola americana) a scrivere sul mio laptop tra il chiasso, la musica e con interminabili cappuccini. E quanta gente ho incontrato. Quando entro al Coffee Day di Khan Market o la sensazione di entrare in redazione.
   Il concetto in fondo è molto vecchio... Si pensi ai caffe’ parigini dove si incontravano artisti e intellettuali.
   Ma il bello qui è che alla sera, il 'co-ufficio' si trasforma in disco pub e invece dei caffe’ compaiono birre e cocktail serviti in bicchieri alti mezzo metro con diverse cannucce, anche qui per socializzare.
   Come dicevo prima, Hauz Khaz e’ diventato il posto di ritrovo per eccellenza. C’è una corsa ad aprire ristoranti, negozi e pub alla moda, ovviamente senza un minimo di criterio estetico e soprattutto norme di sicurezza. Se lo si guarda bene, oltre le insegne e le vetrine, il posto è una baraccopoli. I locali sono incastrati l’uno dentro l’altro che si fa fatica a capire dove si entra. Molti hanno come accesso delle scalette minuscole in barba a qualsiasi norma antincendio.
   Poi, puntuali a mezzanotte e mezza, arrivano le camionette della polizia a far rispettare l’ordine di chiusura. Tutti a dormire. E’ bello vedere la fiumana di ragazzi indiani e non indiani, barcollanti, in strada, che a malavoglia tornano a casa.

LA FOTO/ Lo spuntino del pappagallo

New Delhi, domenica 14 settembre 2014

Stamane sulla terrazza stavo leggendo il giornale. Dall'albero di fronte sento un rumore di qualcuno che sgranocchia. Cric croc, cric croc. Non puo' essere un tarlo gigante, Scruto tra il verde delle foglie. Un pappagallo si era fermato a fare uno spuntino.  Con un roti secco rubato chissà dove.