Summit sul clima a Delhi, perché non cominciamo a spegnere l’aria condizionata?


Sto seguendo in questi giorni a Delhi un forum mondiale sul cambiamento climatico pre Copenhagen organizzato dall’indiano R.K Pachauri, la barbuta Cassandra delle sciagure ecologiche prossime venture e per questo anche Nobel per la pace nel 2006 insieme ad Al Gore. Il riscaldamento terrestre, che ai miei tempi si chiamava inquinamento, è oggi l’ultimo dei pensieri a turbare i sonni dei leader mondiali. Lo scioglimento dei ghiacciai himalayani e l’inabissamento delle Maldive non sono poi così gravi rispetto al fallimento delle banche di tutto il mondo, cosa che di fatto sarebbe avvenuta senza l’intervento pubblico.
L’ecologia non va più tanto di moda. A Delhi è arrivato anche il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon per ricordare i doveri del trattato di Kyoto, ma nessuno se n’è accorto.
Per fortuna la recessione mondiale farà respirare un po’ il pianeta. La pressione sulle risorse si è allentata. Si consuma meno petrolio, meno acciaio e a quanto pare si mangia e si beve anche di meno. Ma per quanto? Pachauri dice che appena ci sarà la ripresa i prezzi del greggio torneranno come prima e allora le tecnologie “pulite” (tra cui ora ci mettono anche il nucleare), saranno di nuovo attuali. Il ritornello dominante delle varie sessioni del forum, di una noia mortale (nonostante gli sforzi di Nick Gowing, l’anchorman della Bbc, che davvero vorrei sapere quanto prende per moderare i dibattiti), è che la lotta al cambiamento climatico è “un’opportunità” per rilanciare l’economia mondiale e creare posti di lavoro. E’ l’idea lanciata da Barak Obama nel suo new deal ecologico. Convertire le economie dipendenti dal carbone a economie pulite o verdi sembra essere la bacchetta magica in grado di salvare il capitalismo mondiale. Al forum di Delhi ci sono le grandi industrie del settore, francesi, tedesche, americane, purtroppo nessun italiano a parte il direttore dell’Enea, Luigi Paganetto. Pannelli solari, marmitte catalitiche, batterie ricaricabili, c’è tutto un mondo da inventare appena la lobby del petrolio molla la presa. Io ho perfino comprato oggi in uno stand di un’azienda indiana una torcia elettrica ricaricabile con la manovella. Lo so, sono caduta nella trappola del neoconsumismo ambientalista. Ma se serve a garantire la pagnotta ben venga. Il problema è che la garantisce solo ad alcuni e non ad altri. Non si può parlare di ambiente quando per esempio si consumano centinaia di bottigliette di plastica per l’acqua come ho visto oggi sui tavoli. Oppure quando si tiene l’aria condizionata a manetta nella sala della conferenza quando fuori non ci sono neppure 20 gradi. Facendo appello alla coscienza ecologica dei presenti, ieri ho proposto a Nick Gowing di spegnere l’impianto di condizionamento che oltretutto è anche dannoso per la salute. Nessuna reazione, piatta totale, nessuno si è risvegliato dal torpore pomeridiano post buffet.

PS Due giorni dopo sono ritornata al convegno. Erano tutti in manica di camicia, compreso Nick. Avevano spento i condizionatori

Nessun commento: