Kumbhalgarh, trekking sulla muraglia cinese del Rajasthan

Kumbalgarh, 12 ottobre 2013

Chi l’avrebbe detto che in uno sperduto angolo di Rajasthan c’e’ una “muraglia cinese’” che non ha nulla a che invidiare a quella dell’altro gigante cinese.
Sono capitata quasi per caso in un giorno di pioggia a Kumbhalgarh, una fortezza sulla cima dei monti Aravali, a oltre mille metri, che sono un po’ come l’Appennino dell’India.  E’ a 82 chilometri da Udaipur ed l’intera area e’ una enorme riserva protetta  per leopardi, orsi, antilopi e cervi. In certi punti il paesaggio e’ quasi giurassico per la sua selvaggia bellezza.
Mi sono messa in testa di fare a piedi il giro delle mura che sono circa 15 km e che pensavo di fare in mezza giornata. In realta’ e’  stato uno dei trekking piu’ duri che abbia mai fatto e ci ho messo otto ore...
Il forte e’ stato costruito dal Maharaja’ Rana Kumbha che doveva avere molti nemici data la massiccia fortificazione  oppure semplicemente era un po’ paranoico. Destino vuole che sia stato poi ucciso dal figlio nel 1468. Poi ci sono state infinite battaglie tra i vari litigiosi governanti della regione che si chiama Mewar e che hanno dato del filo da torcere anche al potente esercito mughal.
Insomma camminando sulle mura “tanto larghe he ci potevano passare otto cavalli affiancati”, come scrivono le cronache dell’epoca, potevo sentire ancora il fragore delle armi sotto i miei piedi.
La cinta muraria -  che dicono sia la piu’ lunga dopo quella  cinese - e’ una serpentina e un  continuo saliscendi su e giu’ tra le vallate. In alcuni punti e’ cosi’ ripida che andavo a gattoni. Ci sono alcune interruzioni dove la  struttura e’ crollata, tra cui una al fondo di un precipizio dove scorreva un torrente, ma per fortuna c’era un sentiero.
Ho attraversato molte porte, oggi abbandonate, e visto dei templi. Sembra che ce ne siano oltre 300 nella fortezza. Un gruppo di scimmie langur mi ha accompagnato quasi sempre saltando da un merlo all'altro e guardandomi curiosamente.
Prima di partire avevo comprato un opuscolo dell’Archeologic Survey of India  dove c’era una mappa in scala. Una guardia mi aveva avvertito: “ci sono oltre 10 mila gradini...” ma io credevo che esagerasse e che mi volesse spaventare per rifilarmi un cicerone.
Invece e’ stata un’avventura, un po’ faticosa e - con il senno di poi - anche un po’ rischiosa probabilmente per la presenza di animali nella foresta. Ma il trekking e’ stato impagabile per i panorama mozzafiato e per il divertimento di poter dire di aver percorso per intero la Muraglia cinese del Rajasthan.

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