DIARIO DALLE ANDAMANE/ Happy Holi in mezzo all'oceano

A bordo della Nicobar, 6 marzo 2015
Sono l’unica straniera sulla nave e devo dire che sono tutti molto rispettosi. Ovviamente mi fanno le solite domande che all’inizio, quando sono arrivata in India, mi infastidivano, ora ci sono rassegnata. Da dove vieni, quanti anni hai (a questa non rispondo quasi mai), dove e’ tuo marito, hai figli e poi che lavoro fai , quanto guadagni, quando paghi di affitto...
   I piu’ curiosi sono quelli delle ‘cabine’, ovviamente, perche’ sanno l’inglese e poi perche’mi vedono sempre seduta a scrivere sul ponte delle scialuppe oppure al ‘’lido bar”. Quando dico che sto sootto nel “bunk” mi guardano un po’ sorpresi. Chissa’ se uno dei miei compagni di cuccetta sale ai piani alti, che succede. Lo cacciano? Penso al Titanic e rido.
    E’ stata gia’ un'avventura salire su questa nave. I collegamenti per le Andamane sono assicurati dalla Shipping Corporation of India con partenze da Calcutta, Vizag (Visakhapatnam) e Chennai. E’ un carrozzone statale e lo si vede da come e’complicato anche soltanto avere informazioni su quando partono le navi. Se ho ben capito a gennaio c’era una partenza una volta alla settimana da Chennai. Ma poi entrambe le due navi che facevano servizio “si sono rotte” e sono in cantiere. “Forse” c’era una partenza il 6, se no il 9 marzo. Ci voleva poi un permesso della polizia per gli stranieri per entrare in porto.
    Da Vizag, invece, in Andhra Pradesh, la nave parte una volta mese e caso volle che era il 4 marzo. Quindi la sera del 2 mi sono precipitata alla stazione di Chennai e ho preso il primo treno per il nord. E’ arrivato all’una a Vizag, seconda citta’ dell’Andhra Pradesh di cui si parla solo quando arrrivano i cicloni dalla Baia del Bengala. Mi sono precipitata in porto, (dove li avevano gia’ avvertiti da Chennai) a comprare il biglietto (2280 rupie per la classe piu’ economica che e’ il bunk, mentre per gli isolani e’ solo 800). Mi ci e’ voluto anche il timbro dell’immigration perche’ usciamo dalle acque territoriali indiane. E quindi eccomi qui tra la Baia del Bengale e il Mar delle Andamane. In mezzo a niente, perche’ su questa rotta non c’e’ traffico commerciale.
     “Se qualcosa succede – mi ha detto la comandante, evidentemente preoccupata visto che e’ il suo primo viaggio con dei passeggeri – qui non arrivano nemmeno gli elicotteri”.  Il che rende ancora piu’ affascinante il viaggio, 800 disperati, da tribali andamanesi a un pensionato che ha vissuto a Chicago e che ora se la spassa con il gruppo di “morning walkers”, in viaggio per tre giorni in mezzo all’oceano su una carretta dei mari. Con luna piena....oggi e’ infatti Holi e mi diverte pensare alle battaglie di colori che stanno avvenendo sulla terraferma....

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