Canarie segrete/2 Gomera, la fattoria di Osho e la frana

    Questa è la seconda parte dell'inchiesta sulle sette dell'isola della Gomera nate alla metà degli anni Ottanta, in fuga da Chernobyl, sulla scia di molte comunità "hippies" tedesche che qualche decennio prima avevano scelto questa isola delle Canarie come meta preferita. La 'finca" (fattoria in spagnolo) Argayall, oggi un centro di soggiorno per amanti della meditazione e spiritualità, e' associata al famoso guru indiano Osho. Non è chiaro se i suoi residenti siano ancora "sanyasi" (discepoli), perché il culto del famoso e controverso santone è un po' sbiadito e si è mescolato ad altre pratiche spirituali.  Il centro è oggi chiuso per la pandemia ma anche per una enorme frana che ha bloccato la strada di accesso dal porticciolo di Vueltas e che le autorità locali non hanno nessuna intenzione di sgomberare per il rischio di ulteriore caduta massi. Il 'karma' tanto invocato dagli hippies nudisti che vivono nell'area ha fatto si' che la finca fosse tagliata fuori dalla civiltà.  

Valle Gran Rey (Gomera), 10 Febbraio 2021

    Nel 1986 nasceva anche un altro esperimento di comunità spirituale alternativa in una delle più belle baie dell’isola della Gomera. È la ‘finca’ (fattoria in spagnolo) Argayall, un complesso rustico immerso in un rigogliosissimo giardino a fianco del porticciolo di pesca Vueltas. Il centro sorge sulla spiaggia di Argaga che appartiene al comune di Vallehermoso, mentre il villaggio a poche centinaia di metri curiosamente fa parte di un’altra amministrazione, quella di Valle Gran Rey. Sul suo website, la finca-hotel Argayall, che nella lingua dei nativi "guancio" significa “luogo di luce”, propone vari corsi di meditazione ispirati a Osho Rajneesh, il guru e filosofo indiano (1931-1990) che vanta schiere di seguagi (sanyasi) in tutto il mondo, anche se oggigiorno la sua fama è un po’ sbiadita.
   Da dicembre la strada sterrata di accesso  è bloccata da una gigantesca frana che si è staccata dalla alta falesia sovrastante la baia (ne ho parlato in questo post). I residenti e lo staff della “finca”, circa una ventina di persone, sono costretti a usare delle barche o canoe per andare al porto di Vueltas per approvvigionarsi. Ma quando il mare è molto mosso sono isolati, come “una isola dentro una isola”. Alcuni hippies tedeschi che vivono nelle grotte lungo la spiaggia l’hanno interpretato come un segno del destino, un “karma” speciale del luogo che ora è veramente tagliato fuori dalla civiltà.


   La vita della finca è quotidianamente sotto i miei occhi in quanto con la mia barca a vela Maneki sono spesso ancorata proprio di fronte. È un ancoraggio molto popolare nel sud della Gomera perché il mare è molto calmo e anche per la vicinanza del porticciolo. Inoltre Argayall mette a disposizione una fontana a orario (dalle 8 alle 10 del mattino) montata sulla recinzione esterna del giardino. È acqua potabile che arriva da una delle sorgenti dell’isola. L’acqua della Gomera era famosa anche ai tempi di Cristoforo Colombo che prima di salpare per l’oceano ignoto riempì i serbatoio delle sue tre caravelle proprio su questa isola delle Canarie.
    Dal cancello aperto della finca a volte si può sbirciare dentro il grande giardino, che sembra un’oasi, con una moltitudine di alberi e piante da frutto. Capita di vedere alcune persone impegnate in meditazione o nei corsi di Vipassana (in cui è vietato può parlare). Non c’è in realtà una associazione diretta con Osho, la finca non è un ashram, ma rispetta molte regole dei monasteri “sanyasi”. È curioso però che sia nata nello stesso anno dell’altra più famosa “finca resort” di El Cabrito, che dista a circa due ore circa di barca in direzione della capitale San Sebastian. Non c’è nessuno riferimento a Argayall nella storia della comune fondata dall'artista austriaco Otto Muehl arrestato nel 1991 per abusi sessuali su minori che sarebbero stati commessi proprio a La Gomera. Certo in quegli anni l’isola delle Canarie, conosciuta per il linguaggio del fischio, il “silbo gomero”, salì alla ribalta della stampa mondiale ed è probabile che le altre sette o comunità dell’isola siano state vittime loro malgrado di una pubblicità negativa indiretta. Sul passato della finca Agaryall si sa comunque poco e aleggia un poco di mistero su quel giardino incantato.

    Certo è che ora il suo futuro è molto compromesso non solo dalla pandemia che ha drasticamente ridotto il turismo ma anche dalla enorme frana. I residenti di Argaga (ci sono anche delle case rurali) stanno lottando contro le autorità che vogliono chiudere la stradina di accesso lungo la costa con una barriera di cemento che stanno costruendo dal lato del porto. Un muro che sta sollevando anche molte perplessità dal punto di vista ambientale perché taglia in due la spiaggia di Vueltas. Lo scopo è di impedire l’accesso allo sterrato considerato pericoloso. L’intera scogliera è a rischio di altre frane e a quanto pare non c’è intenzione di sgomberare la strada di accesso per renderla di nuovo percorribile con le auto. Sulla spiaggia di Argaga sono rimasti bloccati alcuni camperisti e i loro veicoli.
Un momento del difficile trasbordo di merci e persone dalla spiaggia di Argaga  

    Ma gli abitanti non si arrendono. Con una mini ruspa, che sembra un giocattolo, hanno iniziato a spostare qualche masso. Un lavoro ovviamente ciclopico che li ha convinti a desistere quasi subito. 

La fede smuove le montagne, si può dire e mi viene in mente un film di Bollywood, Manjihi The Montain Man, una storia vera di un povero manovale del Bihar che ha aperto una strada attraverso una montagna picconando a mano per oltre 20 anni.

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