Quando gli operai prendono a martellate il padrone


La vicenda del povero direttore della fabbrica della Graziano Trasmissioni a Greater Noida pestato a morte dai suoi operai mi ha fatto venire in mente il film Barah Aana che ho visto in anteprima a Mumbai. Racconta di un portinaio, di un autista e di un cameriere che si ribellano contro i loro “padroni” e gliela fanno pagare. Un tema nuovo per l’India dove più o meno il sistema castale ha da sempre permesso gigantesche sperequazioni sociali e dove non esiste neppure un proletariato industriale.
Ieri a mezzogiorno, quando 200 operai armati di bastoni e spranghe hanno marciato contro la fabbrica italiana, si è forse aperta una nuova era di rivendicazioni sociali in India dove a prevalere non è più il pacifismo gandhiano, ma una violenza brutale che in nessun modo è giustificabile. La scena mi ricorda chissà perché il celebre Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo che tra l’altro è piemontese come anche la Graziano. Alcuni imprenditori che ho intervistato oggi hanno liquidato l’incidente come una “degenerazione” di una vertenza sindacale che si protraeva ormai da mesi con picchettaggi e scioperi davanti allo stabilimento. Chiaramente gli operai volevano ritornare a lavorare. Non ho ben capito perché erano stati licenziati. Secondo la ditta italiana, si erano “comportati male”. Certo di lavativi ce ne sono anche qui, ma mi sembra strano che una fabbrica mandi via un terzo della sua mano d’opera. I contratti in India esistono ma sono più flessibili, c’è il concetto di minimo sindacale, ma si può licenziare in tronco o quasi. Anche perché se no qual è la convenienza per chi viene a investire qui? E proprio qui il punto. E’ inutile nascondersi sotto una foglia di fico. La Graziano è venuta in India perché qui costa di meno fare i suoi cambi per i motori. I salari sono dieci volte inferiori a quelli europei. Certo, il costo della vita è più basso, anche se l’inflazione nell’ultimo anno ha eroso il potere di acquisto delle famiglie. Ma le aspettative e i sogni della gente sono ormai uguali a Mumbai come a Milano.
Delhi sta diventando una metropoli moderna, piena di negozi luccicanti e lussuosi ristoranti. E’ stato aperto di recente il concessionario della Rolls Royce. I nuovi centri commerciali sono diventati i posti più frequentati dai giovani il finesettimana che li vedono come un paese del Bengodi dove tutto è possibile. Basta avere i soldi. Non dico nulla di nuovo: il consumismo fa leva sui desideri della gente ed è anche bello se tutto funziona. Ovvero finché il direttore della fabbrica in cui lavori, un giorno, non ti dica che sei licenziato.

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