Colombo alle Canarie, ”Buscar el ponente por el levante”

Gran Canaria, 30 Aprile 2018

   Di solito a scuola si studia che il viaggio di Cristoforo Colombo per la scoperta dell`America è iniziato da Palos, in Spagna, il 3 agosto 1492. Ma in realtà il viaggio verso l`ignoto è iniziato dalle Canarie, avamposto a Sud Ovest della Spagna, ben dopo le Colonne d`Ercole. Colombo, che gli spagnoli chiamano Cristobal Colon, si è fermato a Las Palmas per riparare la Pinta e per fare rifornimenti.
    A Las Palmas l`Ammiraglio sta un mesetto; si può vedere nel quartiere storico di Vegueta la casa dove ha soggiornato, trasformata in un bel museo di arte marinara. Poi il 2 settembre parte per la Gomera dove aveva una tresca, si racconta, con la governatrice Beatriz Peraza y Bobadilla, una “nobile, bella, sofisticata e di temperamento caldo” (cito “Colombo. Diario del Viaggio che ha cambiato il mondo” di Antero Reginelli, che ho appena letto). In realtà a La Gomera, che è la più verde delle Canarie, le caravelle hanno anche fatto rifornimento d`acqua.
    Da li` il 6 settembre Colombo salpa per il mare sconosciuto convinto che il Giappone , che lui chiamava Cipango, si trovasse a una distanza di sole 4.500 miglia. Il suo obiettivo era appunto di “buscare el ponente por el levante’. Nel primo secolo AC, Eratostene aveva calcolato che la Terra misurava 40 mila chilometri di circonferenza. Quindi, forse in cuor suo, lo sapeva che era impossibile raggiungere la `rotta delle spezie` di Marco Polo, ma l`ambizione e le potenziali ricchezze lo avevano  accecato a tal punto da fingere di non conoscere la realtà`. E comunque obiettivamente nessuno sapeva cosa si trovasse a Est della Cina.
    Mentre da qui guardo la linea dell`orizzonte, immagino le tre caravelle con le vele spinte dal vento di Nord Ovest, che qui è costante, essendo le Canarie sul lembo dell`anticiclone delle Azzorre. Sono i cosiddetti `trade winds`, noti anche come alisei, che hanno portato i navigatori a scoprire nuove rotte commerciali, soprattutto dopo che la `via della seta` era diventata pericolosa per la disintegrazione del regno mongolo.
   Leggendo il diario di bordo di Colombo, o meglio la ricostruzione perché l`originale è andato perduto, ho scoperto alcune curiosità. Per esempio che l`Ammiraglio teneva due registri di bordo, uno segreto con le leghe realmente percorse ogni giorno e un altro pubblico in cui dimezzava o riduceva drasticamente le distanze per non spaventare la sua ciurma. Gestire un equipaggio di una barca è già complesso quando si sa dove si va, figuriamoci quando non si conosce la meta, o meglio la si conosce ma non si sa dove è.
   Per calmare gli animi della ciurma sempre più spaventata dalla vastità dell` oceano usava la leva del denaro e ricordava le ricchezze che avrebbero guadagnato al termine della missione. La Regina Isabella di Spagna aveva promesso una pensione vitalizia al primo che avesse avvistato la terra. Alle due di notte del 12 ottobre 1492 il marinaio andaluso Rodrigo de Triana, sulla Pinta che era la prima in quanto più veloce, rompe il silenzio con il grido “terraaa”. Erano a circa 12 chilometri dall`isola di san Salvador, nelle Bahamas.
   Per gli spagnoli Rodrigo de Triana è un eroe, c’è anche un monumento in suo onore a Siviglia. Ma il fortunato marinaio rimase a bocca asciutta perché` al ritorno in patria Colombo rivendicò il diritto a riscuotere il premio in quanto disse che aveva visto qualcosa brillare all`orizzonte già alle 10 di sera dell`11 agosto, ma l`avvistamento non era stato confermato dai suoi ufficiali che non videro nulla.
   Le descrizioni che fa Colombo dei  luoghi dove approda sono idilliache, scrive di non aver visto mai una natura più rigogliosa e delle acque così tranquille e accoglienti. Della gente ripete continuamente che sono pacifici e “a digiuno di guerra, come le Vostre Altezze si renderanno conto di persona vedendo i sette che condurrò  con me in Spagna per insegnarli la nostra lingua e, poi, riportarli nel loro paese per usarli da interpreti, a meno, che non decidiate di trattenerli in Castiglia e farne degli schiavi, insieme agli altri, nell`isola in cui vivono”.  Cosa avvenne in seguito purtroppo lo sappiamo bene.



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