SLOW TREKKING/ La Gomera – Da Chorros de Epina al villaggio di Arure

La Gomera, 23  dicembre 2020 

  La Gomera, una delle più piccole delle isole Canarie, è la mia preferita per il trekking. Ha una serie impressionante di sentieri per tutti i gusti e tutte le gambe. A differenza del resto dell’arcipelago, non “possiede” un vulcano e non si conoscono attività sismiche, anche se i suoi picchi multicolori e multiformi sono frutto di chissà quale tipo di movimento della crosta terrestre milioni di anni fa. Leggo che l’isola ha 18 milioni di anni e che le “piramidi” o “colonne” di roccia che caratterizzano il suo paesaggio sono state causate dalla lenta fuoriuscita del magma e che poi nei secoli sono state modellate dall'erosione del vento.
   I paesaggi sono molteplici, si va dalle immense scogliere alle foreste pluviali, dai prati e bananeti a canyon con strapiombi, ognuno con un microclima diverso. Camminando si attraversa tutta questa varietà di ecosistemi.
   Il cammino che ho percorso è da Chorros de Epina, un cucuzzolo dove c’è una fontanella magica (ne avevo parlato in questo post) fino al villaggio di Arure, passando per il villaggio di Alojera, nell’ovest dell’isola. Sulla mappa dei sentieri dell’Ufficio Turistico (www.lagomera.travel) è indicato come numero 10, lunghezza 8.7 km, circa 3 ore, con un dislivello di 600 metri in salita e altrettanti a scendere. Come sempre l’indicazione del tempo di percorrenza è forse basata su esperti camminatori…meglio sempre calcolare una ora in più. La difficoltà indicata è “media”, ma nell'ultimo tratto diventa decisamente ardua, secondo me. Il trekking fa parte della rete di sentieri chiamata GR-132 ed è indicato con questo numero. 
   I primi quattro km sono in discesa lungo una vallata verdissima che scende dal parco naturale di Garajonay, la foresta di lauro. Ci sono dei prati, sembrano dei pascoli, fichi d’india e qualche palma canaria, Phoenix canariensis, impiegata per produrre il miele di palma estratto dal “guarapo”, la linfa. Lo sciroppo di palma è simile allo sciroppo d’acero prodotto in Canada. Ci sono anche diversi arbusti, che crescono in montagna, alcuni profumati, tipo lavanda, di sicuro specie endemiche, ma la mia ignoranza in botanica è abissale.


   La discesa termina  a fondovalle, nel villaggio di Alajera, praticamente sulla costa, che è esposta ai venti del nord. Purtroppo c’è stata una edificazione selvaggia intorno al villaggio e parte del sentiero finisce in terreni privati. A un certo punto è interrotto da un cancello e gli abitanti del luogo non sembrano gradire troppo i turisti che sconfinano. Un grande pannello che indicava il sentiero e anche dava informazioni su fauna e flora è stato spianato da una ruspa. Insomma evidentemente c’è qualche problema.
    Un po’ a fatica  ho ritrovato il sentiero (GR 132) in direzione di Arure, tre chilometri appena, ma al di la’ di una vallata. Pensavo il cammino scendesse nel fondovalle per poi risalire, invece si inerpica intorno a una “torre”, un monolite, che mi ricorda le Meteore vicino a Salonicco, in Grecia. Le pareti di roccia sono scavate dall'erosione e formano dei curiosi bassorilievi.

    La difficoltà non è eccessiva, perché la salita è abbastanza graduale, però non bisogna soffrire di vertigini….
    Si arriva a una cappella (ermita di San Salvador) e a un belvedere, che domina sul piccolo borgo di Taguluce, accollato a un dirupo tra palme e “benedetto’ da una sorgente che ha permesso nei secoli l’insediamento e le coltivazioni.

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