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A EST DELLE INDIE/ Hanoi, le baguette e la tartaruga imbalsamata
Hanoi, 25 ottobre 2016
Mi sono innamorata del quartiere vecchio di Hanoi. Forse mi ricordano i bazar dell'India, un caos ragionato dove ognuno ha un suo posto, dal venditore di cocchi al calzolaio, dal riscio' a pedali al meccanico. Pullula di vita autentica, non da turismo usa e getta come a Saigon. Ci sono alcuni angoli di assoluta pace, ai tavoli di un bistro' che sembra di essere a Parigi, oppure immersi nella calca del mercatino notturno. L'ho girato in lungo e in largo gustando ogni tanto un 'bun cha', una zuppetta con dentro della gustosissima carne di manzo alla griglia. La cucina vietnamita mi e' completamente misteriosa e ogni volta e' una impresa ordinare un piatto. Per fortuna i francesi hanno lasciato una grossa eredita', la baguette, che si chiama "bhan mi" e che viene farcita con carne di maiale o pollo, insalata e maionese. Un panino con i fiocchi per gi standard asiatici che puoi portarti in treno o in bus. Mi ha salvato molte volte dalla fame.
Ad Hanoi sono andata anche a vedere il mausoleo di Ho Chi Min, lo "zio Ho"come lo chiamo qui che compare su tutte le banconote e in tutti gli uffici pubblici. Il suo corpo e'imbalsamato, nella migliore tradizione sovietica. Ma la 'mummia' di zio Ho non c'e' ora perche' per tre mesi all'anno viene sottoposta a 'manutenzione', almeno cosi' ho capito. Il gigantesco mausoleo e' di fatti chiuso, mentre si puo' visitare il palazzo che e' immerso in uno splendido giardino tropicale.
Presto invece si potra' ammirare in un museo la famosissima tartaruga sacra di Hanoi, Cu Rua, che viveva nel leggendario laghetto di Hoan Kiem e che era considerata una sorta di mascotte della nazione. L'animale, che appartiene a una specie rarissima di cui rimangono solo quattro esemplari al mondo, e' stato trovato morto a gennaio proprio quando il partito doveva nominare un nuovo governo. Leggo che anche Cu Rua sara' imbalsamata come Ho Chi Min.
Ad Hanoi sono andata anche a vedere il mausoleo di Ho Chi Min, lo "zio Ho"come lo chiamo qui che compare su tutte le banconote e in tutti gli uffici pubblici. Il suo corpo e'imbalsamato, nella migliore tradizione sovietica. Ma la 'mummia' di zio Ho non c'e' ora perche' per tre mesi all'anno viene sottoposta a 'manutenzione', almeno cosi' ho capito. Il gigantesco mausoleo e' di fatti chiuso, mentre si puo' visitare il palazzo che e' immerso in uno splendido giardino tropicale.
Presto invece si potra' ammirare in un museo la famosissima tartaruga sacra di Hanoi, Cu Rua, che viveva nel leggendario laghetto di Hoan Kiem e che era considerata una sorta di mascotte della nazione. L'animale, che appartiene a una specie rarissima di cui rimangono solo quattro esemplari al mondo, e' stato trovato morto a gennaio proprio quando il partito doveva nominare un nuovo governo. Leggo che anche Cu Rua sara' imbalsamata come Ho Chi Min.
A EST DELLE INDIE/ La Bbc e' censurata in Vietnam
Hanoi, 23 ottobre 2016
Da quando sono in Vietnam non riesco piu’ ad aprire il sito internet della Bbc. Oggi ho scoperto l’arcano. BBC News, in lingua vietnamita ma anche in inglese, e’ da tempo censurata dal governo per il tipo di informazione indipendente. Leggo che lo chiamano il ‘Bambu’ Firewall’. Il governo di Hanoi fa infatti un monitoraggio costante della rete e quello che non piace e’ bloccato. Nel caso dei siti pornografici mi sembra un ottima cosa, ma negli altri casi e’ una palese violazione della liberta’ di stampa. E di fatti leggo che il Vietnam e’ criticato da Reporters Senza Frontiere per la repressione di blogger indipendenti. (leggi qui).
Non avevo realizzato che la Repubblica socialista del Vietnam e’ uno dei quattro Stati al mondo (rimasti) governati dal partito unico comunista. Gli altri tre sono Cina, Laos e Cuba (per ora). La scoperta mi ha fatto vedere il Paese sotto un’altra luce.
Da quando sono in Vietnam non riesco piu’ ad aprire il sito internet della Bbc. Oggi ho scoperto l’arcano. BBC News, in lingua vietnamita ma anche in inglese, e’ da tempo censurata dal governo per il tipo di informazione indipendente. Leggo che lo chiamano il ‘Bambu’ Firewall’. Il governo di Hanoi fa infatti un monitoraggio costante della rete e quello che non piace e’ bloccato. Nel caso dei siti pornografici mi sembra un ottima cosa, ma negli altri casi e’ una palese violazione della liberta’ di stampa. E di fatti leggo che il Vietnam e’ criticato da Reporters Senza Frontiere per la repressione di blogger indipendenti. (leggi qui).
Non avevo realizzato che la Repubblica socialista del Vietnam e’ uno dei quattro Stati al mondo (rimasti) governati dal partito unico comunista. Gli altri tre sono Cina, Laos e Cuba (per ora). La scoperta mi ha fatto vedere il Paese sotto un’altra luce.
A EST DELLE INDIE/ Da Hoi An a Hue, sulla 'costiera vietnamita'
Hue, 20 ottobre 2016
Da Saigon ho preso il treno della ‘Riunificazione’ e dopo una notte di viaggio sono arrivata a Da Nang, a sud del 17esimo parallelo. Ci sono tre tipi di sistemazione, le cuccette (“sleeper”), poltrone (soft seat) e panche di legno (‘hard seat’). Ovviamente le panche sono piu’ economiche, piu’ o meno quanto costa un bus. Quando ho comprato il biglietto pensavo in realta’ non fosse cosi’ ‘hard’, invece sono veramente delle panche di legno stile Ottocento. Molto retro’ma decisamente scomodo. Meno male che ti danno delle coperte (l’aria condizionata c’e’ed e’ freddissima) che puoi sistemare sotto il sedere. Poi sta a te trovare la migliore posizione per dormire. Puoi distenderti con la schiena e tenere le gambe alzate sul finestrino, tipo L rovesciata. Oppure ti metti su un fianco e allunghi le gambe a squadra sull’alto sedile. Alcuni si erano portati una stuoia e si sono messi a dormire tra i sedili che mi sembrava la soluzione migliore. Per me il problema principal, in realta’, e’ stato il freddo.
Da Nang, distrutta dalla guerra, e’una citta’ in piena espansione oggi, con i resort sul mare. Non l’ideale per sostare. Sono invece tornata indietro di 20 km a Hoi An, raccomandata dalla Lonely perche’ e’ stato un antico centro di commerci di cinesi e giapponesi nel XVI e XVII secolo e c’e’ ancora un borgo (patrimonio Unesco) che miracolosamente e’ sopravvissuto ai bombardamenti. Peccato che sia completamente occupato da ristoranti e negozi, a tal punto che si fa fatica a vedere l’architettura originale. Alla sera le strade del borgo e il fiume Thu Bon si riempiono di lanterne cinesi. E’ decisamente il luogo piu’ romantico del Vietnam, anche se del tutto finto.
In realta’ Hoi An per me e’ stato il punto di partenza per un viaggio in moto su una delle strade piu’ belle , una sorta di ‘costiera vietnamita’. E’una strada che parte da Da Nang e che attraversa l’Hai Van Pass, un famoso valico dove ci sono dei resti di fortifcazioni francesi, e che finisce a Hue, la ex capitale all’epoca dell’impero vietnamita.
E’ estremamente facile e cheap (17 dollari) affittare uno scooter per la giornata (che si lascia poi a destinazione). La strada che attraversa le “Marble Mountains” ha panorami mozzzafiato sul Mar Cinese Meridionale. Ma gli ultimi 40-50 km sono tra i camion dell’autostrada numero 1 (NH1) la “strada senza gioia’ perche’ e’ stata teatro di molti combattimenti.
Anche Hue ha un passato tragico. Terzani, in ‘pelle di leopardo’, racconta dell’assedio alla cittadella dove gli americani avevano la base. E’qui che c’e’ il fiume dei Profumi (Song Huong River), un nome romantico per un fiume che invece ha visto le peggiori atrocita’ . Ho scoperto che esiste una canzone anti guerra scritta da Biagio Antonacci dedicata a questo corso d'acqua.
La moderna Hue e’ invece una citta’ consumistica e un po’ volgare, contrariamente alla sua fama di “capitale culturale’. Ceffi poco raccomandabili mi hanno fermata un paio di volte in strada, in pieno giorno, offrendomi della weed, marijuana. E’ un punto di passaggio obbligato per il turismo di massa e le conseguenze si vedono.
Da Saigon ho preso il treno della ‘Riunificazione’ e dopo una notte di viaggio sono arrivata a Da Nang, a sud del 17esimo parallelo. Ci sono tre tipi di sistemazione, le cuccette (“sleeper”), poltrone (soft seat) e panche di legno (‘hard seat’). Ovviamente le panche sono piu’ economiche, piu’ o meno quanto costa un bus. Quando ho comprato il biglietto pensavo in realta’ non fosse cosi’ ‘hard’, invece sono veramente delle panche di legno stile Ottocento. Molto retro’ma decisamente scomodo. Meno male che ti danno delle coperte (l’aria condizionata c’e’ed e’ freddissima) che puoi sistemare sotto il sedere. Poi sta a te trovare la migliore posizione per dormire. Puoi distenderti con la schiena e tenere le gambe alzate sul finestrino, tipo L rovesciata. Oppure ti metti su un fianco e allunghi le gambe a squadra sull’alto sedile. Alcuni si erano portati una stuoia e si sono messi a dormire tra i sedili che mi sembrava la soluzione migliore. Per me il problema principal, in realta’, e’ stato il freddo.
Da Nang, distrutta dalla guerra, e’una citta’ in piena espansione oggi, con i resort sul mare. Non l’ideale per sostare. Sono invece tornata indietro di 20 km a Hoi An, raccomandata dalla Lonely perche’ e’ stato un antico centro di commerci di cinesi e giapponesi nel XVI e XVII secolo e c’e’ ancora un borgo (patrimonio Unesco) che miracolosamente e’ sopravvissuto ai bombardamenti. Peccato che sia completamente occupato da ristoranti e negozi, a tal punto che si fa fatica a vedere l’architettura originale. Alla sera le strade del borgo e il fiume Thu Bon si riempiono di lanterne cinesi. E’ decisamente il luogo piu’ romantico del Vietnam, anche se del tutto finto.
In realta’ Hoi An per me e’ stato il punto di partenza per un viaggio in moto su una delle strade piu’ belle , una sorta di ‘costiera vietnamita’. E’una strada che parte da Da Nang e che attraversa l’Hai Van Pass, un famoso valico dove ci sono dei resti di fortifcazioni francesi, e che finisce a Hue, la ex capitale all’epoca dell’impero vietnamita.
E’ estremamente facile e cheap (17 dollari) affittare uno scooter per la giornata (che si lascia poi a destinazione). La strada che attraversa le “Marble Mountains” ha panorami mozzzafiato sul Mar Cinese Meridionale. Ma gli ultimi 40-50 km sono tra i camion dell’autostrada numero 1 (NH1) la “strada senza gioia’ perche’ e’ stata teatro di molti combattimenti.
Anche Hue ha un passato tragico. Terzani, in ‘pelle di leopardo’, racconta dell’assedio alla cittadella dove gli americani avevano la base. E’qui che c’e’ il fiume dei Profumi (Song Huong River), un nome romantico per un fiume che invece ha visto le peggiori atrocita’ . Ho scoperto che esiste una canzone anti guerra scritta da Biagio Antonacci dedicata a questo corso d'acqua.
La moderna Hue e’ invece una citta’ consumistica e un po’ volgare, contrariamente alla sua fama di “capitale culturale’. Ceffi poco raccomandabili mi hanno fermata un paio di volte in strada, in pieno giorno, offrendomi della weed, marijuana. E’ un punto di passaggio obbligato per il turismo di massa e le conseguenze si vedono.
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