Diplomazia parlamentare per i marò, ma chi se ne è accorto?

New Delhi, 29 gennaio 2014

Non voglio entrare nel merito delle scelte del governo italiano sulla strategia per riportare a casa i marò, ma mi permetto di avanzare due semplici domande a proposito della missione parlamentare di lunedì e martedì a New Delhi:
1 Perché non è stata scelta un’altra data quando era chiaro che non era possibile incontrare i parlamentari indiani per via della Festa della Repubblica del 26 gennaio, se è vero che questa era la motivazione per l’assenza di appuntamenti con la controparte

2 Perché non sono stati invitati i giornalisti indiani alla conferenza stampa, o al limite, non è stato possibile per i giornalisti indiani interagire con i 16 parlamentari nell’ambasciata.  Ovvio che poi qualcuno di loro si è chiesto: “Ma come mai la stampa indiana ci ha ignorati?”. Semplice, nessuno lo sapeva.  
E’ stato diffuso un comunicato (qui allegato) alla fine della missione, martedì sera, che è stato ripreso dalle principali agenzie Ians e Pti, ma da nessuno dei principali quotidiani o televisioni.


Konkan-Malabar 2014/7 - Da Trissur a Kochi

Kochi, 17 gennaio 2014

La tappa e’ breve ed e’ tutta su strada a doppia carreggiata. Dedico la mattina a vagare tra le chiese. Scopro che Thrissur e’ la sede della chiesa caldea (o nestoriana), quella che discende direttamente dall’apostolo San Tommaso. Non ci sono immagini nelle chiese, c’e’ la croce ma senza il Cristo, l’oggetto di adorazione e’ la Bibbia. E’ bello sapere che i cristiani di San Tommaso sono sopravissuti negli ultimi due  duemila anni a ogni invasione indu’, mussulmana, alla Sacra Inquisizione dei Portoghesi, al papato e agli inglesi. Questa e’ la grande forza dell’India.
Entrare a Ernakulam e’ un’impresa. Stanno costruendo la metro lungo la strada che va all’aeroporto. Entro trionfalmente nel cuore di Fort Kochi in traghetto da Vypeen Island, quando il sole sta per calare e le fishing nets, alla mia sinistra, si stagliano contro un cielo arancione.            

  

Konkan-Malabar2014/6 Da Mahe’ a Thrissur

Thrissur, 16 gennaio2014

Ho lasciato la statale per un po’ e mi sono addentrata nei palmeti lungo la costa fino a vedere le prime backwaters, i canali interni che sono il vanto del Kerala. A meta’ strada mi fermo a Calicut, dove e’ sbarcato Vasco De Gama. C’e’ una lapide che lo ricorda, difficile da trovare, perche’ non e’ sulla spiaggia, ma circa 200 metri all’interno, sotto un albero.   
Arrivo a Trissur quando e’ gia’ buio, ma la citta’, che e’ definita la capitale culturale dello stato mi piace subito. Sto nell’hotel governativo, Tamarind, come sempre unica ospite. Strano perche’ prima mi fermo in diverse guesthouse, vicino al tempio che e’ off limits per i non indu’, ma e’ tutto pieno.      


Konkan-Malabar 2014/6 - Da Bekal a Mahe’

Mahe’, 15 gennaio 2014


Ho scoperto, per caso, guardando la carta stradale durante l’nnesima sosta per il chai, che su questo pezzo di costa sorge Mahe’, ex porto dei francesi, ora associato a Pondicherry. In Malayalam si chiama  Mayyazhi (ciglia del mare) E’ un posto piccolissimo, appena nove km quadrati, ma la differenza con il resto e’ evidente. Primo ha una pessima reputazione perche’ e’ pieno di rivendite di alcolici, per il fatto che c’e’ un regime speciale come a Pondicherry. C’e’ lungo fiume, molto parigino, con la statua della Marianne...ilsimbolo della Francia, che ho letto da qualche parte era stata buttata in mare durante la lotta per l’indipendenza. A pochi metri sorge un momumento dei martiri che hanno cacciato i francesi. I poliziotti portano il Kepi e molti, compresi i pescatori ti dicono bonjours. Ma in realta’ quello che colpisce a Mahe’ e’ la quantita’ di negozi di alcolici, praticamente uno attaccato all’altro e con le bottiglie in fila sugli scaffali. C’era una spiaggia oggi devastata da un cantiere. Mi dicono che stanno costruendo un nuovo mercato del pesce. Il posto piu’ chic e’ il South Avenue Hotel, che sorge davanti a uno spiazzo. C’e’ anche una bella chiesa, ma ci passa davanti la strada statale, dove il traffico e’ costante. Per fare una foto ho quasi rischiato la vita.      

Konkan-Malabar 2014/5 Da Mangalore a Bekal

Bekal, 14 gennaio 2014

Oggi sono entrata in Kerala e improvvisamente i cartelloni pubblicitari e le gigantografie di Narendra Modi sono finite. Sono entrata sulla costa di Malabar e perfino l’aria e’ cambiata. Mi sembrava di sentire l’odore del pepe nell’aria. A Bekal c’e’ un imponente forte e una bella spiaggia con annesso luna park.
Prima di partire da Mangalore sono andata al collegio gesuita di St Aloysius che mi ha fatto rimanere a bocca aperta. Avevo letto sulla guida che era famosa per gli affreschi. Ma non sapevo che fosse opera di un italiano, Antonio Moscheni, nato a Stezzano, vicino a Bergamo nel 1854 e dopo gli studi diventato un gesuita nel 1889. I suoi superiori lo hanno mandato in India ad affrescare le nuove chiese. In due anni ha creato una sorta di Cappella Sistina in India, con le scene della vita di Gesu’ e i dodici apostoli. Pareti,volta e abside sono interamente dipinte, anche le finte colonne di marmo. C’e’ anche un religioso che spiega nel dettaglio la storia degli affreschi che sono stati restaurato un po’ di tempo fa.  Leggo che Moscheni e’ morto nel 1905 mentre dipingeva una chiesa a Kochi.     

Konkan/Malabar 2014/4 - Da Malpe a Mangalore

Mangalore, 13 gennaio 2014

Ho fatto una deviazione perche’ volevo vedere il tempio di Udupi dedicato a Krishna. C’e’ un elefante ammaestrato all’ingresso, che benedisce posando la proboscide sulla testa dopo aver preso la monetina che consegna al padrone, ma e’ vietato fotografare per non disturbarlo. Ci sono state molte proteste sul trattamento degli elefanti usati per processioni e nei templi, e quindi sono scattate diverse misure. Per esempio il pachiderma di Udupi, che abita nel tempio da anni, viene mandato in una “spa” in Kerala in vacanza.
Annesso al complesso c’e’ anche una stalla con le mucche,che sono associate in particolare a Krishna, cresciuto tra i pastori e ghiotto di latte. Vendono anche prodotti a base di urina e letame. Mi compro una lozione per capelli che dicono copre anche quelli grigi.

Arrivo a Mangalore quando e’ ancora giorno e faccio in tempo a fotografare la chiesa di Milagres. Mi fermo all’hotel Manorama, segnalato dalla Lonely Planet.       

Konkan-Malabar 2014/ 3 - Da Maravanthe a Malpe

Malpe, 12 gennaio 2014

Oggi altro tragitto breve, appena 60 chilometri, ma non piacevole. L’autostrada N17 sta per essere raddoppiata. Ci sono enormi lavori di sbancamento e nuovi ponti. L’area e’ancora idilliache, palme e casupole, ma ci sono dei grossi palazzoni di vetri e cemento ogni tanto. Anche il paesaggio dell’India del sud sta cambiando, anche se molto piu’ lentamente.
La spiaggia di Malpe, anche qui sabbia bianca, e’ considerata la migliore del Karnataka. Faccio un’escursione su un isolotto disabitato, St.Mary, un incanto, che ha una strana formazione geologica. Dalla sabbia e dal mare emergono delle formazioni di roccia scura a forma di parallelepipedo, con lati regolari, sembrano che qualcuno le abbia scolpiti. Somigliano a colonnine di un tempio o dei pezzi del Lego.
Probabilmente emersi durante una esplosione vulcanica? Il fenomeno e’ stato studiato da geologi che hanno poi dichiarato l’isola un “geo-monumento”. Sono presenti soltanto un questo tratto di costa sul mar Arabico. Pare sia lava emersa quando l’India si e’ staccata dal Madagascar nella notte dei tempi. 
L’isolotto e’ paradisiaco, pero’ alla domenica c’e’ la folla dei gitanti che lasciano purtroppo tracce della loro presenza, lattine, pacchetti vuoti di patatine, bottiglie di birra. E’ un posto per il classico pic nic della domenica. Come in Italia decenni fa. Mi ricordo di certi posti in montagna o al lago pieni di spazzatura lasciata dai gitanti...e’ solo questione di tempo, prima o poi anche gli indiani avranno una coscienza ecologica.
Secondo la leggenda in queso isolotto a San Mary si e’ fermato Vasco de Gama nel 1498 arrivando dal Portogallo prima di sbarcare piu’ a sud a Khozikode.
Ho scartato il Paradise resort, l’unico grande albergo sulla spiaggia,  perche’ ha stanze con finestre sigillate e ho invece trovato, anzi loro hanno trivato me che vagavo in cerca di una stanza, una famiglia, di un guidatore di riscio’, Satish, che vive con suo figlio.
Ho mangiato Idli sambar fatti in casa e discusso con il padrone di casa della politica keralese e immancabilmente dei maro’.


Konkan-Malabar 2014/1 - Da Goa a Gokarna

Om Beach (Gokarna), 12 gennaio 2014

La partenza da Palolem e' stata un po' movimentata stamane per via di una sosta al meccanico che ha miracolosamente riparato il copri catena che non si avvitava piu’. Un tocco di saldatore elettrico e tutto risolto. Questi sono i vantaggi dell’autarchia indiana negli anni del blocco sovietico.
La national highway 17 si snoda sinuosamento attraverso le colline. E' un piacere guidare e non ci si annoia mai. A una ventina di chilometri c'e' il confine con il Karnataka, c'e' una sbarra e dei poliziotti, ma non sembrano molto interessati a controllare i veicoli. Karwar e' la prima citta' che si incontra dopo aver attrarsato il fiume.  E'un grande porto e anche una base navale. Di fronte ci sono due isolette che appartengono alla Marina.
Ci si accorge subito di essere di nuovo in India, e non piu' nell'ex colonia portoghese. Non ci sono piu' case colorate, niente chiese e neppure quella parvenza di pianificazione urbana che c'e' Goa.
Mi rendo subito conto di aver fatto un errore a viaggiare in pantaloncini come ero abituata. Qui attiro l'attenzione maschile. Che le cose siano cambiate, si vede poi a Kanwar dove finisco nel bel mezzo di uno sciopero delle insegnanti affiliate al sindacato comunista Citu. Un lungo corteo di donne vestite di rosse e con falce e martello sulle bandiere sta bloccando la National Highway. Vogliono un aumento della paga, mi dicono. In coro gridano "Zinzabad" (Viva) e qualcosa in kannada, la lingua del Karnataka.
I 50 km di strada fino a Gokarna li faccio in compagnia di ragazzi britannici che stanno facendo una gara di autoriscio’, una cosa che si fa tutti gli anni e che sembra abbia molto successo. Un tuc tuc, variopinto e con diversi slogan, da cui escono i piedi di un ragazzo che dorme nel sedile dietro addirittura mi supera. Va come uno scatenato e di sicuro e’ il primo visto di questa tappa.
A Gokarna, svolto per Om Beach che ritrovo sempre uguale, anzi perfino un po’ piu’ selvaggia, con le sue mucche e i baretti. Unico segno di modernita’, un catamarano. Anche qui dilagano i russi, ma ci sono anche israeliani che fanno i falo’ sulla spiaggia buia e silenziosa per me che arrivo da Palolem. E’ tutto pieno e non rimane che una capanna, veramente degna di questo nome, con un bagno senza acqua corrente. Questa e’ vita da spiaggia.

Konkan-Malabar 2014/ 2 – Gokarna – Maravanthe

 Maravanthe Beach, 11 gennaio 2014

Oggi tappa breve. La passeggiata mattuttina alle spiaggette a sud di Om Beach (Half Moon e Paradise) ha richiesto piu’ tempo. Il sentiero che passa su un fianco della scogliera e’ fantastico per il panorama. Ho scoperto anche che Paradise Beach e’ l’ultima – forse davvero l’ultima - di tutta quella fauna di alternativi, ex hippy, fricchettoni, che si vedevano a Goa prima dell’invasione dei russi. Ho incontrato molti israeliani, francesi e qualche altro europeo che vivevano sulle amache, con i fornellini, e gli zaini appesi agli alberi. Su questa costa ci sono delle sorgenti di acqua dolce e cosi’ si puo’ davvero giocare a fare Robinson Crusoe.
Il viaggio e’ stato poi ritardato dalla mia incapacita’ a legare lo zaino alla moto. Un perso lungo il tragitto una borsa con un paio di sandali, una giaccia e un pareo. Me ne sono accorta 20 km dopo, sono tornata sui miei passi, ho trovato tutto, eccetto un paio di ciabatte di plastica.

Mi sono fermata prima del tramonto a Maravanthe, l’unico tratto dove l’autostrada N17 corre lungo il mare. La sabbia e’ diventata bianca qui.  Il Turtle Beach Resort, un posto carino e ecofriendly, era pieno per via dei ragazzi della corsa in riscio’ che ho di nuovo incrociato. Sono stata, unica cliente, in una guesthouse di un tizio simpatico che ho scopertoha ospitato anche Maria, che lavorava all’ambasciata italiana a New Delhi e suo marito. Il mondo e’ piccolo...

Sono stata invitata a casa di un Re Magio!

Palolem (Goa), 6 gennaio 2014

    Sono stata invitata a pranzo da un re Magio. Esattamente Gaspare, quello che nel presepe ha la pelle bianca ed e’ vestito di rosso. Se non sbaglio e' anche il piu' ricco perche' porta l'oro in dono.
A Chandor, storico villaggio a 15 km da Panjim, ex capitale con il nome di Chandrapura del regno indu’ dei Kadambas nell’XI secolo, l'Epifania si celebra con la processione dei tre reali venuti dall'Oriente. Ci sono solo tre posti nell’ex colonia portoghese dove rimane questa tradizione.
Il re Magio che ho conosciuto , al secolo Marlon d’Costa e' un ragazzino scelto dalla parrocchia secondo criteri di somiglianza alle statuine del presepe. Per la famiglia e' un evento simile a un matrimonio. Si spende una fortuna nel costume, nel cavallo, con tanto di ombrello ricamato per fare ombra e nel ricevimento con parenti e amici.  
La giornata si apre con la processione dei tre Re che arrivano da tre quartieri diversi e confluiscono in chiesa per la Messa solenne che dura circa due ore.  Nel momento clou vanno all’altare a presentare i doni.  La chiesa di Chandor, Nossa Senora de Bele’m (Nostra signora di Betlemme), era strapiena e tutta la cerimonia e’ stata filmata dalle tv locali. La chiesa e’ stata costruita dai portoghesi nel XVII secolo su un tempio indu’ come succedeva all’epoca. 
A due passi c’e’ la casa-museo Menezes Braganza, aristocratici goani decaduti che vivono ancora nel palazzo pieno di gingilli e che chiedono 100 rupie a testa per visitarlo,  ma senza nessuni informazione, peccato perche’ sarebbe bello sapere la storia del posto e dell’importante famiglia che si vede in foto.   
Dopo la funzione si tiene una processione con i tre Re Magi, tutto il clero,  chirichetti e diaconi e poi i fedeli, tutti in fila, in modo molto composto. La giornata e’ presa veramente sul serio e tutti indossano gli abiti piu’ sgargianti.
Il ricevimento a cui sono stata invitata e’ come una festa di matrimonio. Sotto un telone decorato in giardino e’ stato sistemato un trono per Cosma con mega poster dietro. Il povero ragazzino e’ evidentemente stremato,  ma pazientemente i siede a ricevere le “adorazioni” di parenti e amici.  C’e’ anche la torta, a forma di corona reale e il brindisi con lo spumante. Lo zio, che vive a Dubai e che e’ quello che mi ha invitato sembra davvero fiero e scatta foto in continuazione. Io vengo subito assimilata nella famiglia e trattata come un ospite d’onore. A un certo punto spunta anche il parroco che viene a dare la benedizione finale.
Prima di lasciarli alle danze, c’e’ anche un cantante con un repertorio classico, tra cui l’immancabile Guantanamera, vedo Marlon che si leva il lungo mantello di velluto rosso e sgaiattola in cucina ad addentare un panino. Il suo giorno da re e’ quasi finito.   

Come ci si sente a 50 anni?

Palolem (Goa), 5 gennaio 2013


Come ci si sente a 50 anni? Adesso che e’ da poco passata la mezzanotte posso raccontarlo. Ho fatto un esperimento. Passare la festa dei miei 50 anni in compagnia di me stessa facendo quello che mi passava per la testa. L’unica condizione che mi ero posta era di essere al mare. E di fatto sono sono a Palolem, la piu’ bella spiaggia di Goa.
Il bello e’ che di questa lunghissima giornata sopravvivono solo frammenti o dettagli apparentemente  insignificanti. Oggi Scalfari nel suo editoriale su Repubblica ha scritto: “la curiosita’ dei vecchi svanisce o aumenta sensibilmente”.  Per fortuna anche io come lui appartengo alla seconda categoria. Ci sono immagini di questa giornata che si sono impresse per sempre nel mio inconscio.
Come la coroncina di marigold arancioni trovata sulla spiaggia,  quando appena sveglia mi sono messa a fare jogging, e che poi ho messo al collo mentre nuotavo nell’acqua verde smeraldo del mattino. Come un prete dalla tonaca bianca uscito da una chiesetta, che sembrava di marzapane,  in un palmeto che ho attraversato in moto. Particolari insignificanti ma che hanno acceso la mia curiosita’ .  
Sulla sabbia umida a Cola Beach ho scritto con un bastoncino: “Grazie, vi voglio bene” e poi ho scattato una foto un istante prima che arrivasse un'onda. Era per i miei amici di Facebook che mi hanno fatto gli auguri.

Il telefonino che faceva “pling” in continuazione come sottofondo.  Mail e sms. Ho risposto a pochi perche’ ero concentrata sul mio esperimento.  Solo a mio padre che mi ha detto che e’ un compleanno “da nascondere”, mentre  mia madre  mi ha detto che “arriva una volta sola”e che quindi dovevo goderne appieno.
Per tutto il giorno non ho fatto che pensare a cosa avrei dovuto fare in una data cosi’ importante per me. Non mi e’ venuto in mente nulla di particolare, qualcosa che non potevo fare tutti gli altri giorni.  Il pensiero mi ha paralizzato e ho amplificato al massimo i miei sensi per cogliere qualche segnale o qualche sensazione. 
Mi ricordo con estrema lucidita’  una  vongola, l’ultima che mi era sfuggita nel piatto di spaghetti al Magic View sulla spiaggia di Patnem e che ho assaporato ancora di piu’ perche’ pensavo fosse vuota. Uno sconosciuto che mentre tornavo dal ristorante mi ha chiesto: “ Did you enjoy your day?” . E io che gli ho risposto “no lo so”. Mia figlia, che mi ha svegliato alla mezzanotte per essere la prima a farmi gli auguri, stasera mi ha ha chiesto “come stai?”. Le risposto di nuovo “non lo so”. 
Ho sottolineato una frase del libro che sto leggendo, L’Ultimo uomo nella Torre” di Aravind Ariga, “ La notte di una donna anziana e’ cosi’ piccola: la notte di una donna giovane e’ il cielo intero”.
Delle croci bianche al forte di Cabo de Rama al tramonto, che non sono riuscita a vedere, perche’ sono arrivata in ritardo dopo una corsa in moto. Sempre in affanno anche oggi.
Ho ordinato un “Cuba passion” sulla spiaggia. Dei ragazzi hanno sparato dei fuochi di artificio,  sembravano fatti apposta per me.
Mi sono fermata a un paio di presepi prima di rincasare, qualcuno aveva aggiunto i Re Magi. Poi e’ scoccata la mezzanotte e  grazie a Dio la giornata e’finita.