Maro', che cosa si dice in India (se a qualcuno interessa)

Mi chiedo in questi giorni se a qualcuno in Italia interessa sapere cosa si pensa in India sulla vicenda dei maro'.  Mi sembra che la stampa italiana sia cosi' focalizzata sulle polemiche tra partiti, sulle divisioni tra Palazzo Chigi e Farnesina e sull'enfasi emotiva nazional-patriottica,  che si e'  persa completamente la bussola. E soprattutto non passano piu' le notizie che potrebbero aiutare a comprendere la vicenda.
Mentre in Kerala, la ''ground zero'' dello scontro diplomatico e giudiziario, si vivono giorni di intensa passione,  qui a Delhi, nei centri del potere, si respira tutt'altro clima.
Primo, la questione e' sparita dalla stampa e televisione a livello nazionale. I miei colleghi indiani erano cosi' assorbiti dai risultati delle elezioni in Uttar Pradesh e in altri quattro stati, che neppure si sono accorti che martedi' a Roma e' stato convocato l'ambasciatore indiano per una ''demarche''. Poi oggi sono tutti impegnati a buttarsi colori addosso per la festa di Holi, una delle piu' importanti e anche divertenti del calendario induista. In Kerala non si ''gioca'' Holi, ma ci sono altre feste locali simili che segnano l'inizio dell'estate.
Secondo, non ci sono sentimenti anti italiani. I due maro' potevano essere di qualsiasi nazionalita'. Il fatto di essere italiani poteva forse avere una qualche rilevanza per via di Sonia Gandhi che guida il partito di maggioranza. Ma dopo la bruciante debacle elettorale, non c'e' piu' nessuno nell'opposizione che alza la voce. Il ''trattamento di favore'' che i due maro' stanno godendo da quando sono in carcerazione preventiva e' una buona ragione per attaccare Sonia, ma ora sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. C'e' -  e' vero - una elezione suplettiva il 14 marzo in Kerala per rimpiazzare un parlamentare che e' cruciale per la maggioranza del governo keralese guidato dal Congresso. Ma e' una faccenda davvero locale e ora i veri giochi diplomatici si fanno a New Delhi, non piu' a Trivandrum.
Terzo, anche ieri gli indiani hanno ripetuto che in pratica non riconoscono le missioni militari anti pirateria a bordo dei mercantili, come l'unita' composta da sei maro' in servizio sulla Enrica Lexie.  Mi sembrano abbastanza fermi su questo punto e dubito che cambino idea. Andrebbe ricordato a questo proposito che la Marina militare indiana e' coinvolta in prima persona nelle operazioni internazionali contro i pirati somali e sta proteggendo tutti i mercantili nel Mar Arabico compresi quelli italiani.
Quarto,  la stampa indiana e' completamente all'oscuro di cosa pensano gli italiani sulla vicenda. Le notizie da Roma sono riprese dalle agenzie internazionali come Reuters. Forse un maggiore sforzo di comunicazione da parte italiana potrebbe aiutare a far capire qui le nostre ragioni. Cosi' come in Italia si potrebbe dare piu' spazio a raccontare cosa si pensa o si dice da queste parti, comprese le storie dei due pescatori, delle loro famiglie e dei loro villaggi. 
Quinto, ma la perizia balistica? La ''prova regina'' per capire se sono le armi dei maro' che hanno sparato? Adesso spunta fuori che ci andra' una settimana...ma non sarebbe meglio chiedere di accelerare i tempi? Almeno per chiarire l'aspetto fondamentale di tutta la vicenda: chi ha sparato contro il peschereccio St.Antony?

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