COVID19/Diario di una quarantena in barca 7 - Tre letture mirate

Gran Canaria, 11 Aprile 2020

In questo periodo circolano molti consigli di letture. Anche io contribuisco nel mio piccolo. Si tratta di libri non legati alla vela, ma al momento particolare che stiamo vivendo di limitazione delle libertà individuali, di grande paura per il futuro e di claustrofobia quotidiana.
Paul Furst, Il dottor Schnabel (medico della peste nel XVII secolo a Roma).
La Peste di Albert Camus (1947), che ho scoperto e' tra i più letti, e' un must, perché ci ricorda che le epidemie hanno generato in passato sentimenti e inquietudini molto simili a quelle che stiamo vivendo ora. Quante similitudini ci sono con la pestilenza che sconvolge la cittadina algerina di Oran, le restrizioni ai movimenti, l'affollamento degli ospedali, il dramma dei cimiteri pieni e le fosse comuni...       
"Molti speravano sempre che l’epidemia si sarebbe fermata e che loro, con la famiglia,
sarebbero stati risparmiati. Di conseguenza, non si sentivano ancora obbligati a nulla. Per essi la peste non era che una spiacevole visitatrice, che doveva andarsene un giorno, com’era venuta. Spaventati, ma non disperati, non era ancor giunto il momento in cui la peste gli sarebbe apparsa come la forma stessa della loro vita e in cui avrebbero dimenticato l’esistenza che avevano potuto condurre prima del morbo".

   La seconda lettura e' il famoso Racconto dell'Ancella della canadese Margaret Atwood (1985), diventato il simbolo dell'oppressione (in quel caso maschilista) e di una umanità controllata e messa al servizio della classe dirigente.     
“Esiste più di un genere di libertà, diceva Zia Lydia. La libertà di e la libertà da. Nei tempi dell'anarchia, c'era la libertà di. Adesso vi viene data la libertà da. Non sottovalutatelo.”

    Ultimo suggerimento e' un grande classico che ho scoperto solo ora, La novella degli Scacchi del dissidente austriaco antinazista Stefan Zweig (1941), illuminante per le profonde riflessioni del Dr B. nella sua cella di isolamento prima di sfidare il campione di scacchi sul piroscafo da New York a Buenos Aires.   
“Ma persino i pensieri, per quanto possano essere privi di sostanza, necessitano di un punto d’appoggio, altrimenti cominciano a roteare e a girare senza senso su se stessi; anch’essi non riescono a sopportare il nulla. Aspettavi che accadesse qualcosa, da mattina a sera, e non accadeva niente. Continuavi ad aspettare, ancora e ancora. Non succedeva niente. Aspettavi, aspettavi, aspettavi, pensavi, pensavi, pensavi finché le tempie non ti facevano male. Non succedeva niente. Rimanevi solo. Solo. Solo."

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