Qudsia, da velina a imperatrice dei mughal


Sfidando i 40 gradi di questi giorni sono andata un pomeriggio a passeggiare al Qudsia Bagh (giardino di Qudsia), nella vecchia Delhi, quella di Shah Jahan, il sovrano che ha costruito il Taj Mahal, per intenderci. E’ vicino a Kashmiri Gate, una delle porte della vecchia cittadella mughal. Per fortuna è stato rimesso in sesto dalla Sovraintendenza indiana e quindi oggi è pulito e curato. Non mi occupo di botanica, ma pare che abbia una grande varietà di piante. Ho anche scoperto che nel mezzo c’è anche vecchio club coloniale, da nome un po’ inquietante il “Masonic Club”, dove mi sono fermata a implorare qualcosa da bere. Sto leggendo in queste settimane “Delhi” di Kushwant Singh, vecchio sporcaccione (con simpatia), ma grande quanto racconta le vicende dei mughal.
La storia è veramente bella. Qudsia era una ballerina, una velina dell’epoca, entrata nell’harem dell’imperatore Mohammed Shah e diventata molto influente tanto che era lei a gestire il malandato regno ormai al tramonto. In un capitolo, Singh descrive benissimo il sovrano dissoluto perso dietro le donne e il narghilè, umiliato dal guerriero persiano Nadir Shah nel 1739 che riuscì anche a sottrargli con un sotterfugio il Kohinoor, il famoso diamante ora di proprietà della Corona britannica, che lui teneva nascosto nel turbante. Nel giardino fatto costruire dall’eunuco-capo di Qudsia ci sono i resti del suo palazzo e la moschea privata. Penso in realtà fosse molto più grande, ma chissà cosa è successo con i lavori della gigantesca fermata della metropolitana che ora lo sovrasta. Anzi è già tanto che il giardino sia riuscito a sopravvivere all’avanzata delle ruspe che stanno trasformando la capitale per i giochi olimpici del Commonwealth del 2010. Certo è un tesoro nascosto e la storia di cortigiane, imperatori, eunuchi e ville mi ricorda qualcosa…

Nessun commento: