PAKISTAN - Lahore a luci rosse


Il bordello di Lahore sorge appena dietro l'imponente moschea Badshahi Majhid. E' la vecchia cittá fatta di edifici dalla facciate scrostate, groviglio di cavi elettrici e un labirinto di viuzze. Qui sorge il bazar delle calzature. Il Pakistan é il regno del cuoio. In un negozio di sandali trovo Shama, un transessuale con la sua amica, un ragazzo piú piccolo con abiti femminili. Sono gli "hijra", una comunitá che esiste anche in India e fatta di castrati, trans e omossessuali, che si guadagnano da vivere ballando alle feste, matrimoni e nascite soprattutto. Ma probabilmente offrono anche altri servizi. Appena mi vede Shama si scioglie i capelli e comincia a ondeggiare la testa con una serie di movenze caricaturali. Un tizio seduto alla cassa aumenta il volume della musica - indiana come tutta la musica qui - che é memorizzata in un computer. Si mettono a ballare, con movimenti sinuosi, ondeggiando i fianchi e toccandosi continuamente i capelli. Scatto un po' di foto. La scena mi sembra surreale soprattutto perché mi trovo in un negozio di scarpe. La dimostrazione finisce quasi subito, evidentemente per il mio scarso interesse, poi mi offrono il té e parliamo un po'. L'autista di un riksció, che mi ha accompagnato, traduce dall'urdu. Shama ha iniziato a "ballare" quando aveva dieci anni e adesso é diventato una sorta di maestro. Guadagnano bene quando é stagione di matrimoni. Non hanno assolutamente nessun tipo di imbarazzo. L'amica di Shama ha dei seni appena accennati di cui va fiera. Stranamente non é truccata. Non oso chiedere se hanno fatto l'operazione...ma non penso, costa molto per loro.
Poco lontano incontriamo un tizio che dopo aver parlocchiato con l'autista chiede se voglio vedere uno spettacolo di danza al costo di 100 rupie (un euro). Ci porta in una stanza dove ci sono due donne decisamente sovrappeso, potrebbero essere madre e figlia. Mi spiegano che fanno una sorta di strip tease mentre gli uomini lanciano delle banconote. "E' uno spogliarello integrale?" chiedo curiosa. "No, nessuna qui si metterebbe mai nuda" é la risposta. Me ne vado fingendo delusione. Nelle altre vie interne, invece le ragazze sono sedute alla finestra, ma appena mi vedono chiudono in fretta le persiane. La serata finisce in un ristorante, famoso mi dicono, Coco's Den, il cui proprietario Israr Hussein appartiene a una famiglia di cortigiane. Il palazzo, pieno di cimeli, era probabilmente una casa chiusa. Dalla terrazza si gode una vista superba della moschea. Hussain é anche un pittore e ha riempito la sua casa di dipinti di donne alla finestra o languidamente sdraiate sul letto. Non so se le sue opere abbiano mai attraversato la soglia di casa...

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