PAKISTAN, Skardu, ma dove sono le donne e il K2?


Dopo un'ora a Skardu avevo giá voglia di scappare. Mi sembra che da queste parti non abbiano mai visto una donna per strada in vita loro. Nel bazar dove si trova la mia guesthouse ci sono negozi di idraulica e di ferramenta, ma anche qualcuno che vende tessuti e bigiotteria. Ma non si vede mai nessuna donna. Al massimo stanno in macchina mentre l'uomo compra da bere o gelati per i bambini. Ci sono solo uomini che ciondolano sui marciapiedi o accovacciati mentre fumano o bevono il té. Alcuni si tengono per mano. E si grattano ripetutamente i genitali, abitudine che condividono con gli indiani. Quando passi ti scrutano come un marziano. Alcuni guardano con curiositá, altri con uno sguardo davvero lurido e alcuni con gli occhi pieni di disprezzo. Qualcuno sputa. Penso che Skardu, insieme a Kargil - nel Baltistan "indiano", oltre il fronte di guerra - abbia la palma di posto piú misogino. Almeno per quanto riguarda questa parte di Asia che in sette anni ho cominciato a conoscere un po'. Eppure qui di turisti ne vedono. E' la base di di partenza per le spedizioni al K2 e per il famoso trekking sul mitico ghiacciao del Baltoro. A parte un taciturno e scontroso turista svedese e una coppia di cinesi che stanno sempre in camera, penso di essere l'unica straniera, almeno l'unica che cammina per strada. Ci saranno anche altri, probabilmente alpinisti, ma per loro Skardu é solo una tappa dove salire su una jeep per uno di quei trekking-tutto-organizzato, compreso l'asse del cesso come ho visto una volta su un mulo di una carovana in Ladakh. Dalla quantitá di costosissimi fuoristrada si capisce che da queste parti circola un turismo ricco. Non ho neppure capito dove si va per scorgere il K2. Penso sia una giornata di auto e poi tre giorni di trekking solo per vedere la vetta da lontano...Poi inizia quello che chiamano "l'avvicinamento".
Skardu sorge in un'immensa spianata formata dal fiume Indo, non a caso c'é perfino l'aeroporto e diverse basi militari, da qui vanno sul ghiacciaio di Siachen dove sono ancora schierati gli eserciti. Le montagne si vedono solo da lontano, quasi come a Torino con le Alpi. Il paese non ha nulla di bello. Non c'e internet (c'é un guasto nel cavo a causa di una frana, mi hanno detto), ma in compenso c'é elettricitá 24 ore su 24 (per via delle basi militari). E' l'unico posto che conosco dove vendono gli assorbenti sciolti nelle farmacie "Quanti ne vuole?" mi hanno chiesto rovistando da una confezione di marca cinese.
Ho notato la gente in strada non sa nulla di alpinismo o trekking. Se non quelli che sono legati alle spedizioni per le quali sono necessari costosi permessi. Il funzionario che mi ha rinnovato un visto (un mese, non credevo ai miei occhi), in un ufficio arredato in abete chiaro come una baita alpina, mi ha fatto giurare che non sarei andata a scalare. "Ma veramente ho l'aria di una che fa alpinismo?" gli ho chiesto io sotto la coltre della dupatta e mostrando i sandali di plastica che ora indosso con calzini neri, perché ho le dita dei piedi rovinate.
Il proprietario del Baltistan Tourism Cottage, ex Kashmiri hotel, Mohammed Iqbal, ha cercato invano di convincermi che Skardu é una cittá "moderna" e che alcuni posti sono pieni di donne che fanno shopping. "Dimmi dove, che ci vado, perché ho bisogno di un reggiseno" gli ho detto in tono provocatorio. Mi ha indicato un "centro commerciale' in Saptara Road, "frequentato solo da donne". Ci sono andata. In un seminterrato pieno di vestiti da festa e di cose per bambini c'erano due commesse gentili. Una parlava inglese. Ma non c'erano donne né dentro né fuori. Avevano solo due tipi di reggiseno, uno classico con le coppe e l'altro piú sportivo a fascia. Ho comprato quest'ultimo. Di altre donne neppure l'ombra, a parte un gruppo di studentesse e una mendicante con un bambino in braccio. Passando davanti a file di uomini con gli occhi fuori dalle orbite, mi veniva in mente una famosa foto dell'Italia anni Sessanta, penso, con degli uomini seduti a un bar tutti girati a guardare una ragazza in gonnellina...oppure certi film sulla Sicilia nel dopo guerra... Anche qui portano la coppola e il mantello ...Non penso che questa misogenia sia una questione religiosa. Qui sono sciiti, non sono i sunniti deobandi della Regione di frontiera Nord Occidentale o i talebani di Kabul. "Secondo me é perché vai in giro vestita da pachistana, prova a essere te stessa e a far finta di nulla se ti guardano" mi ha suggerito Mohammed che mi ha anche raccontato di coreane che andavano in giro con i pantaloncini e una ventenne norvegese che "di cui si parla ancora nel baazar". "Mai visto una bionda del genere, fianchi e seno possenti come le nostre donne...andava in giro in jeans..." aggiunge mentre disegna con le mani la larghezza del sedere.

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