Gomera, il museo di Colombo 'politically correct'

San Sebastian de La Gomera,  8 Ottobre 2019

    L'isola di Gran Canaria e quella de La Gomera rivendicano entrambe il merito di aver ospitato Cristoforo Colombo prima che cominciasse il suo viaggio verso le Indie nel 1492.  A scuola ci insegnano che il grande esploratore salpo' da Palos (attualmente sulla frontiera tra Spagna e Portogallo) alla volta del Nuovo Mondo, ma in realta' da li' si diresse alle isole Canarie, che erano spagnole per gli ultimi  prepararativi prima dell'impresa.  Mentre Tenerife non offriva una buona base, perche' pare la popolazione indigena era ostile agli spagnoli, i porti di Las Palmas di Gran Canaria e quello di San Sebastian de La Gomera garantivano un buon approdo e soprattutto approvigionamenti e abbondante ciurma da arruolare.
   Entrambe le citta' canarie hanno allestito una casa-museo dove l'ammiraglio Cristobal Colon (cosi' lo chiamano qui mettendo in dubbio le sue origini italiane) sarebbe stato ospitato per alcune settimane in attesa che le caravelle fossero pronte per la spedizione. Si tratta di edifici appartenenti a nobili spagnoli che all'epoca amministravano le isole.
    A Las Palmas la "casa di Colon" si trova nel piu' bel complesso del quartiere storico di La Vegueta.  Si dice che era la casa del governatore, in parte poi ricostruita e ampliata e quindi trasformata in uno splendido spazio espositivo dedicato alla conquista delle Americhe. Negli splendidi sotterranei del palazzo, un po' in disparte, c'e' invece una esisbizione di arte pre colombina di oggetti delle antiche civilta' pre-ispaniche, a testimonianza che c'era qualcosa pruima della "scoperta".
   A San Sebastian de La Gomera esiste un'altra "casa de Colon", ma molto piu' piccola e senza nulla che ricordi il famoso esploratore. Non c'e' biglietto di ingresso e gli unici oggetti esposti, a pian terreno, appena si entra, sono delle terracotte dell'epoca pre colombina in particolare della civilta' Chimu' (Peru'), conquistato dall'impero inca prima dell'arrivo dei conquistadores. Una scelta decisamente piu' 'politically correct'.
     La rivalita' con la Gran Canaria e' evidente. Il custode del museo mi ha precisato che Colon si fermo' qui per il suo primo viaggio. A Las Palmas invece sosto' nei viaggi successivi, ma "loro sanno vendersi meglio", sono le sue parole. Il motivo, secondo lui, era che San Sebastian era un porto piu' attrezzato, c'era una caravella da riparare, e poi forniva piu' scorte alimentare e acqua di ottima qualita'. A La Gomera, inoltre l'ammiraglio inoltre aveva una "amica", cosi' l'ha definita il custode, la contessa Beatriz de Bobadilla y Ossorio, nipote della consigliera della regiona Isabella di Castiglia, la sponsor di Colombo.
    La nobildonna era diventata la "signora della Gomera", per lei un 'confino' dato che si narra che sia stata obbligata a sposarsi con un nobile nell'isola piu' remota del regno spagnolo come punizione per una sua presunta "vicinanza" con il marito della stessa regina, re Fernando. Questa e' ovviamente la leggenda...Pare inoltre che la contessa Beatriz, rimasta vedova, sia stata una vera tiranna per la gente de La Gomera.
    Sto leggendo una ricostruzione dei diari di bordo tenuti da Colombo nei suoi quattro viaggi, spero di trovare qualche informazione piu' precisa e di prima mano sulla vera casa di Colon.

Gomera, storie di Madonne e di conquistadores

San Sebastian de La Gomera,  10 Ottobre 2019  

    La leggenda narra che dei marinai su un galeone diretto alle Americhe avessero visto una luce fortissima su un promontorio a nord del porto spagnolo di San Sebastian de la Gomera. Incuriositi sono scesi a terra e hanno trovato tra le rocce una statuetta della Vergine. L'hanno presa e caricata a bordo pensando forse che era di buon auspicio. Invece no, non sono riusciti ad andare oltre l'isola della Gomera. Quindi l'hanno riportata al suo posto e avvertito del fenomeno il governatore locale che immediatamente fatto costruire un cappella per ospitare la Madonnina. Cosi' nel 1542 e' nata l'Ermita di Puntallana (l'Eremo di Puntallana) e il culto della Virgen de Guadalupa come patrona della Gomera che viene adorata ogni anno nel primo lunedi' di  ottobre. Mentre ogni cinque anni si tiene una grande processione in mare chiamata "bajada", cioe' una "uscita in barca" della statua dall'eremo alla vicina citta' di San Sebastian).
La Vergine di Guadalupe, una Madonna 'morenita', meticcia, la cui origine  e' legata a una apparizione in Messico all'epoca dei conquistadores, e' una delle figure piu' importanti nella tradizione reliogiosa sudamericana. Anzi, pare sia stata funzionale anche alla stessa evangelizzazione del continente americano. L'atzeco che nel 1531 ha ricevuto l'apparizione della Madonna e' stato santificato 17 anni fa da Giovanni Paolo II durante una sua visita pastolare in Messico.
Ho letto che secondo gli storici la statuetta della Vergine gomerese (diversa da quella originale di Guadalupe perche' tiene in braccio il bambino, mentre quella messicana e' incinta) sarebbe un opera fiamminga forse da Siviglia. La connessione con Guadalupe non e' chiara, forse il conte della Gomera aveva delle conoscenze tra i nobili spagnoli che si erano stabiliti in Messico. Ovviamente essendo la Gomera l'ultima isola sulla rotta delle Americhe, tanto da chiamarsi oggi l'isola colombina, aveva una speciale relazione con il continente sudamericano.
   Durante la processione la gente si esibisce in danze locali al ritmo di tamburi e delle grosse nacchere, chiamate "chacharas", molto probabilmente appartenenti alla tradizione pre ispanica dei guanci o dei berberi.
   La strada e poi il sentiero per Puntallana, circa 10 km, e' costellata di strapiombi che scendono in un promontorio piatto ricoperto di una pianta autoctona che si chiama Euphoria.

Slow Sailing/Da Tenerife a La Gomera


San Sebastian de La Gomera, 3 ottobre 2019

   La traversata da Los Gigantes a San Sebastian de La Gomera (17 miglia nautiche, 241 gradi (C) ) è stata abbastanza dura per via della ´zona di accelerazione' che si incontra poco prima di arrivare a destinazione. Malgrado avessi letto di queste zone e addirittura avevo una descrizione grafica nel mio Portolano (che e' vecchio di 20 anni ma il vento e le correnti non cambiano) ci sono finita dentro e nella maniera peggiore, cioe' impreparata.
E´come quando in casa la corrente d'aria fa sbattere violentemente una finestra. Quando te ne accorgi che sei in mezzo a uno di questi 'spifferi' che si creano tra le imponenti montagne vulcaniche di queste isole e' troppo tardi.
Di fatti sono stata sorpresa in bikini, con 30 metri di lenza (stavo pescando) e un genoa troppo grande per i 25-30 nodi di vento. Ho lottato per una ora con la barca sbandata e senza poter scendere a prendermi una giacca o almeno il giubbotto di salvataggio.  Sono riuscita a recuperare la lenza, mentre tenevo il timone con una gamba (il pilota automatico non era in grado di tenere la barca dritta). Poi per fortuna, cambiando un po' rotta e avvicinandomi alla costa, sono uscita dalla zona "maledetta".
Arrivata al porto di San Sebastian (nella foto presa dall'alto), l'unica marina dell'isola, il vento era del tutto cessato e anche l'onda. Sono entrata trionfalmente scattando pure delle foto, contenta della mia seconda traversata. 

Slow Sailing/Los Gigantes, il porto sotto i 'giganti' di pietra

Los Gigantes (Tenerife), 28 Settembre 2019

   Il mio primo impatto con Tenerife non e´stato molto positivo. La marina dove sono approdata, San Miguel, all`estremita`sud-est, non ha nulla di esaltante, mentre la popolare spiaggia di San Cristianos, la "Las Vegas di Tenerife", e' un ghetto turístico low budget. Addirittura malfamato: mi hanno sconsigliato di lasciare incustodito  il kayak sulla Playa de Las Vista. Ho messo l'ancora nella baia, riconoscibile da una sorta di monumento-fontana su uno spuntone roccioso al centro, abbastanza brutto per la verita', e comunque non funzionante. Sono scesa a terra solo di giorno per esplorare il porto dove arrivano anche i traghetti dalla vicina isola de La Gomera. Ma al cinema serale ho dovuto rinunciare perche' appunto mi hanno vivamente sconsigliato di 'parcheggiare' il kayak sulla riva.
Dopo un paio di giorni sono ripartita per l'esplorazione della costa sud occidentale. Sono arrivata fino a Los Gigantes, "ultima spiaggia' dove la  costa diventa piu' selvaggia e decisamente meno cementificata. Da Los Cristianos sono circa 9 miglia marine, in assenza quasi sempre di vento. Tutto questo tratto di costa e'  al riparo dagli alisei del Nord-Ovest.
    Il porticciolo di Los Gigantes sorge a lato di una serie di impressionanti scogliere di 800 metri di altezza. i 'giganti' appunti ed e`praticamente semideserto. Ho visto solo 4 o 5 barche a vela, la maggior parte chárter. Penso di essere stata la sola a stare sulla barca nel mio pontone. Una tranquillita' assoluta e gradita dopo le notti assordanti a Los Cristianos.

   La costa da qui fino a Punta Teno (che e' un parco naturale quindi intatta) e' spettacolare per la maestosita' e i colori del mare. Tra Los Gigantes e il porto di pesca di Santiago c'e' anche una ´piscina naturale', chiamata Charco de Isla Cangrejo, una vasca ricavata nella roccia vulcanica e chiusa da un muretto sul lato del mare aperto.
Facendo un po' attenzione (ci sono stati casi di incidenti mortali) si puo' distendersi sul bordo e lasciarsi colpire dalle onde che riempiono la vasca di schiuma luccicante. Un'esperienza davvero particolare e completamente gratuita.