SH08, Parvati valley, i geyser di Manikaran


Spedizione Himalaya 2008, decimo giorno, Kullu –Manikaran.

Approfittando del bel tempo ho deciso di fare una deviazione nella Parvati Valley, la famigerata valle himalaya famosa per la produzione di marijuana. Io non fumo, ma a detta di tutti quelli che si fanno le canne - e qui sono tanti – da queste parti cresce – spontanea? – la migliore ganja dell’Himalaya. Si sentono perfino le zaffate di odore dalla strada. Sarà, però intorno al business dell’erba ci sono storie terrificanti come in tutti i business di droga. Ammetto che non è uno dei posti migliori dove andare, ma la mia curiosità come solito era troppo forte. Me ne sono accorta quando sono arrivata nell’altrettanto famigerato Kasol, ex villaggio agricolo e di pescatori di trote, diventato un’accozzaglia orribile di ristoranti Shiva e guesthouse Shanti e frequentato soprattutto da israeliani come potevo vedere le scritte in ebraico. Ma di turisti non ce n’erano in giro (‘sono ad una festa piú in alto’’, mi hanno detto). In compenso i pochi indiani avevano un aspetto loschissimo. Seguendo i consigli della solita Lonely Planet sono andata a cercare una stanza dove fermarmi visto che era già tardi pomeriggio, ma ho subito capito dagli sguardi allucinati che non era aria. Anche i pochi stranieri che ho incrociato mi sembravano scontrosi. Hanno risposto al mio saluto con uno sguardo desolato che mi ha messo tristezza. Insomma dopo 10 minuti sono scappata da Kasol e ho proseguito per Manikaran (“un posto per indiani”mi hanno detto) che era a due chilometri ma di strada sterrata. Anche qui ho dovuto superare il primo impatto con baracche, scempi edilizi e montagne di spazzatura. E anche subire i soliti pusher indiani che mi volevano vendere hashish appena saputo che ero italiana.
Però questo è un altro posto conosciuto per le acque sulfuree che non sono solo calde, ma sono dei geyser! Ci cuociono il riso, le patate e la verdura. Non scherzo. Ho visto i pentoloni immersi nell’acqua ribollente contenuta in grandi vasche sparse un po’ ovunque lungo le sponde del fiume Parvati, che da il nome alla vallata. A Manikaran, che trae origine da una leggenda relativa all’incazzoso Shiva e a sua moglie Parvati, convivono in perfetta armonia un tempio hindu e una mega gurdwara dedicata a Guru Nanak Dev Ji. Che è un capolavoro, non dal punto di vista architettonico, ma per l’organizzazione. In pratica l’edificio è sospeso sopra il fiume Parvati che ribolle con violenza come l’acqua delle terme, solo che è freddissimo e quindi rinfresca le grandi vasche termali che sorgono quasi allo stesso livello. Altre vasche sono in cunicoli sotterranei dove c’è un effetto sauna, mentre al primo piano ci sono la mensa, le cucine e un enorme stoccaggio di patate, zucche, cipolle e verdure che vengono bollite grazie alle terme. Come è tradizione nelle gurdwara, i templi dei sikh, il cibo è gratuito. Si fa una donazione, che è però volontaria. Anche a me hanno offerto un piatto di thali, ma io ero troppo interessata a cercare la vasca riservata alle donne. L’ho trovata sull’altra riva del fiume coperta da un telone. Era come una piscina ed era deserta! Bellissimo, con l’acqua mitigata da quella fresca del torrente, che bagno…fantastico.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

nice blog isnt it?


berto xxx

Anonimo ha detto...

We should have a great day today.

pollicino ha detto...

E' un duro lavoro il tuo ,ma sono sicurissimo.Ciao dall'Italia,Eugenio