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VELA/Traversata da Gran Canaria a Madera

Isola di Madera (Portogallo), mercoledi' 7 aprile 2021

   Questa e' la cronistoria del mio viaggio da Las Palmas (Gran Canaria) all'isola di Madeira (Portogallo) su una barca a vela di 12 metri appartenente a uno skipper britannico, Robert Coates, che sta tornando a casa dopo aver passato l'inverno alle Canarie. Con me come equipaggio c'era anche Damian, uno spagnolo aspirante velista.
La traversata e' stata di circa 290 miglia nautiche ed e' durata 62 ore, in condizioni meteo molto favorevoli e senza nessun problema di rilievo. Si puo' dire che e' stata una rilassante crociera pasquale nell'oceano Atlantico.


Las Palmas (Gran Canaria), sabato 3 aprile 2012 - Aspettando l'esito del test Covid
    Per il periodo pasquale le autorita' delle Canarie hanno imposto diverse restrizioni alla circolazione delle persone per evitare i contagi di Covid-19, tra cui il divieto di spostarsi da un'isola all'altra e il coprifuoco notturno a partire dalle 22. Ma il lungo mare del Las Canteras e' affollato come non mai di famiglie, coppie e giovani che praticano sport oppure occupati nel classico 'struscio' del sabato pomeriggio. Se non e' per le mascherine che tutti indossano, si puo' quasi dimenticare che siamo nel mezzo di una pandemia globale.


   La nostra barca, una Halberg Rassy 39, una 'signora' dei mari, che ha vinto anche diverse regate nel canale della Manica, e' ormeggiata al Muelle Deportivo, la enorme marina di Las Palmas, una distesa infinita di alberi e sartie con bandiere di tutto il mondo. Il pontile che ci hanno asssegnato e' il 'T', quello piu' lontano dai bagni e dai negozi. Il capitano Bob ha chiesto se era possibile spostarsi in un diverso ormeggio, dato che una trappa a poppa era pure rotta, ma invano. Dall'ufficio, anche quello raggiungibile solo con una lunga camminata, gli hanno detto che era tutto occupato. Strano perche' qui e' tutto pieno solo a ottobre e novembre quando parte la regata della ARC, la famosa traversata ai Caraibi a cui partecipano circa 300 velieri in diverse sezioni competitive e non competitive. Per l'occasione i clienti abituali della marina sono costretti ad ancorare le loro barche in una baia adiacente per far posto ai regatanti.
   La partenza per Madera, o Madeira in portoghese, non e' stata fissata. Aspettiamo l'esito del test Covid molecolare (PCR lo chiamano) necessario por entrare in Portogallo. Lo abbiamo fatto ieri in una clinica privata al costo di 90 euro. E' stato abbastanza invasivo, sono tornata con una narice dolorante. Appprofitto dell'attesa per mettere a punto il 'passage planning', il piano di rotta utilizzando tutti gli strumenti e le conoscenze che ho acquisito nel mio esame di teoria RYA per diventare 'yackmaster' . Lo faccio solo per esercizio personale, perche' e' lo skipper a decidere la rotta. Bob e' un 'navigato' marinaio, ha solcato i mari di tutto il mondo compreso l'oceano del Sud, e la sua barca e' stata progettata e attrezzata per l'oceano. Per lui le 280 miglia per Madeira sono poco piu' di una passeggiata. Le previsioni inoltre indicano vento leggero e la quasi assenza degli alisei di Nord Est temporanemente interrotti da un sistema di basse pressioni.

SLOW TRAVELLING/ La mia traversata Atlantica

Gran Canaria, 31 gennaio 2020


   "Perché si decide di affrontare una traversata atlantica a vela, impiegandoci mesi, quando in poche ore di aereo si possono raggiungere gli stessi posti?
Perché è il viaggio che conta, la meta serve solo a ricordarci che anche l’oceano, quell’oceano che ci sembra infinito e indomabile nelle notti di navigazione, finisce.
Perché si vuole affinare la nostra capacità di andare a vela, si vuole diventare marinai migliori, persone più forti, mettersi alla prova, imparare a prendere decisioni velocemente e sotto pressione. Non importa quale sia il motivo che vi spinge, sarà un’esperienza che non dimenticherete mai.” – 

Omero Moretti, 39 traversate atlantiche

   Ho letto che la traversata dell’Atlantico è il punto d’arrivo, l’esperienza culminante e anche il sogno più grande di ogni velista. Io ci sono arrivata all’inizio della mia “carriera marinara”, un po’ tirata per i capelli, consapevole di non essere all’altezza, ma sicura di compierla con un capitano di grande esperienza, il mio maestro di vela Keith Riley e su una barca, la sua, il Kinetic, che per mesi ha meticolosamente preparato per la navigazione oceanica.
L'arrivo a Sint Maarten (Antille Olandesi) il 24 dicembre 2020

   Detto ciò ci vuole ovviamente una piccola dose di incoscienza e la consapevolezza di accettare imprevisti e rischi che una navigazione di oltre 3 mila miglia comporta inevitabilmente. La preparazione è essenziale, ma ovviamente non serve a garantire un successo assoluto. Alla fine ci si improvvisa, ci si arrangia, ci si inventa per sopravvivere al meglio. Ed è qui che l’esperienza di un bravo marinaio entra in gioco.
   Prima di partire ho consultato un po’ di letteratura sull’argomento, tra cui Your First Atlantic Crossing di un certo Les Weatheriff, un manuale della traversata, che però è servito più che altro ad aumentare la mia paura. Non ho vergogna ad ammetterlo, ma quando siamo salpati dal porticciolo di Mogan, nel sud di Gran Canaria, mi sono chiesta onestamente se mai un giorno sarei ritornata a terra a a rivedere la mia amata barca che ho lasciato li' ormeggiata. E invece eccomi qui a scrivere dell’avventura, ancora incredula che abbia avuto il coraggio di fare una simile impresa.